Al primo incontro dei volontari dopo la pandemia, il 27 ottobre 2022, i partecipanti hanno scoperto di conoscere poche delle persone riunite nella sala della Piastra Pendolina: perché due anni di isolamento sociale hanno influito anche sull’organizzazione delle attività degli Amici del Calabrone, l’associazione che li riunisce tutti.
E così ognuno degli intervenuti si è presentato e ha raccontato qualcosa del proprio impegno e delle proprie motivazioni: c’era chi cucina per la comunità, chi vi passa la notte, chi organizza il Gruppo Cinema tra gli ospiti, chi è presente al dormitorio, chi dà una mano in amministrazione e alla Dispensa Sorrisi… le storie personali più varie, ma tutte con una caratteristica comune: la dichiarata convinzione di “non fare niente di speciale”.
E tuttavia, se i volontari non ci fossero, la cooperativa sarebbe più povera: non solo perché alcune attività sarebbero limitate, ma soprattutto perché si perderebbe un patrimonio di esperienze che apportano umanità e punti di vista differenti – come ha sottolineato Alessandro Augelli, il presidente della cooperativa presente all’incontro proprio per evidenziarne l’importanza.
Il racconto di sé che più ha emozionato è senza dubbio quello di Mina, che chiamare volontaria è davvero riduttivo: lei è tra coloro che hanno fondato la cooperativa più di 40 anni fa, ma già in precedenza partecipava al gruppo di persone che, insieme a don Piero, si occupava degli “ultimi” di quel tempo, i ragazzi tossicodipendenti che la società emarginava.
“Li portavamo in casa nostra – ha raccontato – cucinavamo e facevamo il bucato, e quando finalmente il Comune di Brescia ci ha prestato uno stabile quasi fatiscente ci siamo occupati della sua ristrutturazione, dagli impianti idraulici ed elettrici all’imbiancatura e alla pulizia”.
Tutto normale, nelle sue parole, anche se certamente la famiglia risentiva un po’ di tutto questo impegno – ma dopotutto, anche il marito Gianfranco è coinvolto da sempre nella cooperativa, alla quale ha prestato gratuitamente la propria professionalità per molti anni.
Alla fine della serata Francesca Prevosti, la referente dell’Associazione Amici del Calabrone, ha auspicato che queste occasioni di incontro tra i volontari diventino più frequenti, facendone un appuntamento periodico. E per finire in bellezza, un apprezzato buffet (analcolico, ovviamente).