I ricordi si affacciano alla memoria con lo slancio di chi ha consapevolezza di aver vissuto, in parte, frammenti di vita accanto ad un uomo singolare e scelto, di certo prediletto da Dio.
Donne e uomini d’azione.
Squilla il telefono: “Mamma, vengo nel pomeriggio con un paio di amici”, “Quanti?” chiedeva nonna, “Qualcuno” rispondeva lo zio Piero.
E via, subito la nonna mi spediva al supermercato vicino, per comperare panini, affettati, bibite, biscotti.
La nonna non chiedeva chi o perché, ma quanti. E forse la fede, la totale dedizione, la capacità della cura derivavano da sua madre. Madre che forse non riuscì a comprendere appieno le scelte di suo figlio, ma per noi, esemplare fu la fede, la fiducia e il rispetto che gli dimostrò in ogni occasione.
Da qualsiasi luogo da cui veniamo e in qualsiasi luogo in cui siamo diretti, le testimonianze, in cui parole e azioni si comprovano a vicenda, hanno un solo significato: accanto a noi, e un poco avanti a noi, si sono mossi uomini e donne che ci hanno mostrato un cammino contingente, impasti di realtà vissute, incontri che hanno avuto dimensioni radicali e ci hanno fatto scorgere un mutamento di orizzonti.
Donne e uomini di pensiero.
Non era uno zio indulgente, ci considerava privilegiati, non ci ha mai scontato nulla: non dava risposte ai nostri problemi, poneva domande. Ci insegnò a pensare, a creare connessioni, a scorgere quel passo che occorre fare per andare oltre. No, non ci ha scontato nulla, nemmeno quando la vita era un filo sottilissimo su cui camminare.
Ma ci ha fatto capire che non è forte chi o cosa ci tiene appesi ad un filo: forte è il filo a cui siamo appesi, talvolta barcollanti nei nostri piccoli labirinti esistenziali, talvolta sono fili di seta che legano e arricchiscono la nostra pelle sudata.
Resistere alla spazio vuoto tra le idee, lo zio ci ha insegnato a portarci addosso ogni conseguenza del proprio pensare.
Donne e uomini di parola.
Lo zio raccontava in famiglia le vicende dei suoi ragazzi, la sua vita che si andava sviluppando tra esperienze, progetti e relazioni umane. I fratelli talvolta lo redarguivano e lui paziente spiegava. Spiegava le circostanze, le intuizioni, le persone: poche parole, ragionate, che mettevano alla prova la nostra capacità di comprensione.
Parole e silenzi: ce lo dicemmo zio, che l’amore non ha bisogno di parole, ma solo di fiato.
Quanto la nostra famiglia è stata fortunata! Siamo stati ricchi di modelli di vita retti, liberi, curiosi, creativi.
Non senza fatica, ma con determinazione, anche con l’esempio dello zio Piero, percorriamo sentieri per continuare ad essere donne e uomini di azione, di pensiero, di parola.
In occasione di queste celebrazioni, frugando nei cassetti dei ricordi, abbiamo trovato una lettera datata 9 febbraio 1984 in occasione dei festeggiamenti per i 25 anni del suo sacerdozio, indirizzata alla mamma, fratelli, cognate, nipoti. Scrisse:
“Di una cosa vorrei rendere testimonianza: il rispetto delle scelte che andavo realizzando come impegno sacerdotale. È di pochi; stai vicino ad una persona che persegue sentieri che sembrano fuori dalla strada maestra e che non sembrano “pagare” né in termini di immediato successo, né in termini di considerazione pubblica. Ero cosciente che coinvolgevo pure voi magari indirettamente; ma c’è la convinzione che insieme andavamo rivedendo il nostro modo di credere e di leggere il Vangelo, e di essere chiesa”.
Sentiamo il dovere di ringraziare il Sindaco Fabrizio Scuri e l’Amministrazione Comunale di Cazzago San Martino, la Diocesi di Brescia con il Vicario Mons. Gaetano Fontana, i Sacerdoti presenti e la Parrocchia di Bornato, gli amici del Calabrone, la Fondazione Cogeme e tutti quanti si sono impegnati per questa intitolazione dedicata allo zio Piero.
Siamo onorati e con gioia condividiamo la memoria di una persona cara e la speranza che la piazza diventi un crocevia di destini, di incontri, di relazioni, di sguardi, di feste, di pratiche di pace e giustizia, di sorrisi e abbracci.
Una piazza dedicata a chi, con semplici comportamenti quotidiani e uno stile di vita scelto, risoluto, sobrio, porti avanti la realizzazione di un mondo giusto e solidale, dove l’appartenenza alla comunità sia luogo per crescere come cittadini, sia luogo per la crescita del bene comune.
Le stelle, infinite, cercano nuovi nomi. Questa è l’eredità che ci ha lasciato lo zio Piero e che noi siamo chiamati a custodire.
“E dolce sia la felicità, per oggi e per i tempi a venire”