Ospiti, operatori e volontari dell’Associazione Amici del Calabrone sono stati tutti invitati a cena dalla parrocchia per passare una serata insieme e scambiarsi gli auguri di Natale.
Una proposta nata dalla spontaneità e dalla generosa accoglienza del parroco, don Vittorio Bonetti, che ha sorpreso tutti durante la riunione dei volontari e che è stata subito accolta con entusiasmo.
Un invito che arriva non solo dalla vicinanza fisica dei due luoghi, ma anche da un forte legame di solidarietà tra buoni vicini di casa. Da sempre, infatti, la parrocchia è estremamente accogliente, collaborativa e disponibile nei confronti della presenza del dormitorio Chizzolini e dei suoi ospiti, tanto che un gruppo di parrocchiani prepara mensilmente la cena per loro.
Non è facile avere accanto un servizio come questo: da un lato perché qualche volta le persone che lo frequentano possono creare dei disagi, dall’altra perché il dormitorio porta con sé pregiudizi ed etichette nei confronti delle persone che lo abitano.
Eppure don Vittorio apre ancora di più le porte della sua Casa.
Per una volta ci siamo seduti a cenare tutti insieme!
Era da tempo che non riuscivamo a incontrarci di persona e rivedersi tutti attorno alla stessa tavolata è stata una grande gioia. Don Vittorio e i volontari della parrocchia hanno preparato un primo caldo e i nostri volontari non si sono risparmiati nel portare secondi e dolci da condividere con tutti.
Solitamente le cene in dormitorio sono rapide e frugali, spesso gli ospiti sono stanchi dalla giornata in strada, qualche volta sono anche un po’ scontrosi per le fatiche della giornata, desiderosi di ritirarsi nelle proprie stanze per riposare. Gli stessi volontari, presi dall’operatività della distribuzione della cena, avanti e indietro dalla cucina, hanno solo rapidi scambi con gli ospiti.
Questa è stata un’occasione speciale per condividere il pasto insieme, scambiare due parole per conoscersi meglio e vivere quella convivialità che crea lo stare a tavola e mangiare insieme.
“Ma perché non mangiamo a casa nostra!?”
Qualcuno, nonostante il preavviso, quella sera non voleva venire.
I nostri ospiti sono piuttosto abitudinari e faticano a uscire dalle loro piccole e sicure routine, qualcun altro, invece, ha mostrato inizialmente un po’ di disagio all’idea di mettersi in relazione nel contesto conviviale organizzato.
Per alcuni il dormitorio diventa un luogo sicuro e tranquillo, proprio come casa, dove ci si può rilassare, mettersi comodi – anche in pigiama e ciabatte – e lasciare i problemi fuori dalla porta. Per altri diventa anche una zona di confort dove continuare e rimanere invisibili, come per strada.
Esser invitati a cena ti rende l’ospite speciale, ti rende visibile, ti chiede di esporti e metterti in relazione con l’altro, con qualcuno di diverso.
Una cosa che per noi è quotidiana come quella di condividere la cena con persone vicine, amiche, soprattutto durante le feste, per loro è stata stra-ordinaria, gli ha richiesto di uscire dalla routine della cena in dormitorio e poi subito nel letto per trascorrere, invece, del tempo in compagnia.