È un progetto realizzato sul territorio di Brescia – Quartiere Urago Mella – Parrocchia Torricella, rivolto a persone che si trovano in stato di povertà economico/sociali, con l’obiettivo di accoglierle e accompagnarle nella ricerca della propria autonomia. Si offriranno occasioni e strumenti perché le persone accolte possano raggiungere un livello adeguato di autonomia e soprattutto di individuazione di sé, delle proprie capacità e dei propri desideri di realizzazione.
Desideriamo che le persone possano consolidare le proprie capacità di responsabilità, al fine della propria tenuta e del proprio mantenimento; che possano raggiungere una maggiore conoscenza di sé e delle proprie aspirazioni, nonché una competenza nel realizzarle.
Contesto
Il contesto in cui viviamo oggi è in forte trasformazione. In esso i termini e le connotazioni del disagio, della devianza, della povertà e della marginalità prendono forma diversa. Le grandi questioni del lavoro e delle prospettive di sviluppo economico e sociale, che hanno sempre avuto un’incidenza determinante nell’estendersi o nel ridursi del disagio e dell’emarginazione, diventano oggi ancor più questioni in primo piano.
Per questo oggi, in piena crisi di trasformazione degli apparati produttivi, siamo in presenza di un ampliamento delle aree di povertà e di marginalità.
Si può certamente parlare oggi di disagio diffuso e di emarginazione crescente, mentre si amplifica il solco tra chi è garantito e chi non lo è, tra chi possiede risorse e privilegi e chi vive nell’incertezza e nell’assenza di un futuro, tra forti e deboli. Inoltre si estende sempre più il disagio connesso alle cosiddette “nuove povertà” ed al mancato soddisfacimento non solo di bisogni primari ma anche di bisogni immateriali, quali il bisogno d’identità, di senso, di relazioni, di espressione personale.
Per questo, nuove categorie di persone si trovano a sperimentare crisi profonde, a mettere in atto comportamenti devianti o a cercare forme di compensazione che aggravano, anziché risolvere, la loro condizione personale e la loro vita di relazione. L’intreccio tra le vecchie e nuove forme di povertà si fa più fitto, esprimendo appieno il dato tipico della nostra realtà sociale, quello della complessità.
La molteplicità delle forme in cui si esprime la condizione di disagio, ma soprattutto l’estrema differenziazione dei contesti da cui esso trae origine, rende giustificata l’affermazione, apparentemente provocatoria, che la devianza è frutto della normalità, espressione ed insieme segno di fallimento di questa normalità, dei suoi valori, dei suoi obiettivi.
Destinatari
Da alcune valutazioni in merito ai bisogni territoriali, che hanno coinvolto sia i servizi Sociali del Comune sia vari enti territoriali (Caritas, Centri di Ascolto, Cooperative Sociali, Consultori, Ufficio Sociale della Diocesi, Parrocchie, Associazioni di volontariato), i fruitori del progetto possono includere diverse tipologie di persone:
- Giovani;
- Padri o madri soli/e, persone sole che vivono un momento di transitorietà;
- Persone che hanno concluso percorsi terapeutici riabilitativi accompagnamento al reinserimento.
Azioni del progetto
Accoglienza abitativa
L’Accoglienza abitativa si sviluppa attraverso:
La ristrutturazione e sistemazione di uno spazio accoglienza che sarà composto da 5 stanze e una zona comune, con la possibilità di ospitare fino a 10/12 persone. contemporaneamente.
La gestione Sociale dello stabile attraverso la costante presenza di educatori.
Opportunità occupazionali
L’asse dell’occupazione/bisogno lavorativo si sviluppa attraverso:
- Creazione o potenziamento di opportunità occupazionali.
- Messa in rete di opportunità di borse lavoro o inserimenti lavorativi.
- Accompagnamento educativo e coaching.
Accompagnamento all'autonomia
L’asse dell’autonomia si sviluppa attraverso:
- Lavoro sulle competenze personali.
- Sviluppo di una rete di sostegno con il territorio.
- Attivazione del volontariato.
Utime notizie Accogliere in territorio
Rassegna stampa
Accogliere in territorio è un progetto nato grazie a Fondazione Azimut, in collaborazione con la Parrocchia Santa Giovanna Antida, e la cooperativa Il Calabrone e realizzato grazie al contributo di Fondazione Azimut. La ristrutturazione di Casa di Tre Bottoni ha avuto anche un contributo da Fondazione Cariplo.