“Portare il baricentro dalla testa al cuore”. Questo e molto altro è ciò che ho portato via dall’incontro in Sala Capretti sabato 10 novembre 2018, dove si è svolto il primo di tre appuntamenti della rassegna “Incontri di Pensiero” che vorrei condividere con voi.
Il tema cardine dell’intero ciclo di conferenze quest’anno è “Sguardi”, un tributo a Don Piero che nelle sue riflessioni scriveva: “Stare dove le relazioni si aprono allo sguardo”.
Tema che Gino Mazzoli, il relatore di “Per pochi o per tutti. Generare fiducia tra vulnerabilità e inclusione” – incalzato dal moderatore Marcello Zane – definisce illuminante, poiché ci porta ad andare con lo sguardo oltre, verso la direzione corretta.
Infatti, mentre le nuove tecnologie ci allontanano man mano gli uni dagli altri in una sorta di delirio di onnipotenza, e cresce la vulnerabilità del ceto medio creando i nuovi “vulnerabili”, qualcuno si preoccupa di proporre un nuovo modello di Welfare. Un sistema sociale dove l’attrattiva dovrà esserne il fulcro, lavorando sul senso della passione. Dove l’importante è la valorizzazione della persona.
La sfida del futuro è quella di coltivare la specificità umana, intercettarla e metterla in relazione all’interno di nuove reti sociali; maglie che serviranno a costruire delle comunità dove il singolo si sentirà realizzato e, aggiungo io, amato.
Personalmente ho accolto con molto piacere le riflessioni, qui largamente sintetizzate, ma che troverete presto trascritte nella serie di edizioni dedicate alla rassegna, che quest’anno è all’ottava edizione.
Mi soffermo solo su quanto questo incontro abbia messo in luce la necessità, da parte di tutti noi, di costruire ponti di solidarietà, poiché la società moderna ci porta sempre più verso l’isolamento e la paura delle relazioni umane.
Non posso che salutarvi invitandovi al prossimo incontro, riflettendo che dovremmo rivolgere lo sguardo verso gli altri, ma in relazione con l’operato degli altri, così da costruire un piccolo nuovo ponte verso il futuro.