Un altro sabato è arrivato. Alcuni si salutano, altri lentamente prendono posto. Il maxi-schermo sulla parete in fondo alla sala introduce il secondo appuntamento di Incontri di pensiero: “l’educazione come cura e ricerca comune di senso” con Nando Dalla Chiesa.
La presentazione e i saluti di Angelo Mattei danno il via ai lavori. Alessandro Sipolo, che conversa con Nando Dalla Chiesa, pone subito l’accento su tre parole in particolare: educare, insegnare e ricucire.
LO SGUARDO DEL PUBBLICO È INTENSO E CONCENTRATO NEL SEGUIRE LE PAROLE DEL RELATORE…
Il fulcro del discorso è l’educare nella sua doppia accezione di guidare, condurre, ma anche insegnare, che fa riferimento alla sua esperienza come professore. L’elogio dell’educazione e dell’insegnamento prende lentamente forma: conoscere -dice Dalla Chiesa- ci rende liberi, ci apre la mente, per questo è importante saper ascoltare le storie per ritrovare il senso del nostro essere figli di ciò che è avvenuto prima di noi. Dare senso alle storie significa tenere conto di tutte le specificità e fa riferimento ad un’educazione reciproca che tiene insieme e crea ponti verso l’esterno
IL DISCORSO PROSEGUE E APPRODA IN LIDI FAMILIARI…
Educare -continua Dalla Chiesa- è provocare uno stimolo in chi ci ascolta, è una responsabilità che ci prendiamo veicolata dalle idee che condividiamo, per questo è importante avere forte il senso di quello che si fa e di ciò che si dice, educare è seminare (come non sentire in queste parole l’eco di don Piero?).
Partire da alcuni interrogativi come: Cosa ci faccio qui? Perché lo faccio? Servono a farci capire qual è il nostro posto nel mondo e restituire questa presa di coscienza agli altri. Ogni cosa che facciamo ha degli effetti sulle persone, tutto sta in un equilibrio difficile, sta a noi riuscire a cucire insieme il tutto e farlo prosperare in questo equilibrio.