Restituire una fotografia degli adolescenti del territorio bresciano, basandosi sulle risposte raccolte nell’ambito della ricerca “Adolescenti 2020”, è compito arduo: quando si parla di adolescenti ci si trova davanti ad una pluralità di dimensioni che è difficile sintetizzare in un’unica immagine.
La ricerca infatti parla di adolescenze al plurale – una pluralità che si esprime in forme contrapposte come vergogna e protagonismo, ansia e autostima.
Nel suo intervento Massimo Ruggeri spiega come la ricerca non si ponga asetticamente ma intenda costruire interventi rispondenti a quelli che sono i bisogni della società e degli adolescenti.
Gli adolescenti, dice Ruggeri, sono una nave che non vede l’ora di uscire dal porto e avventurarsi nel mare della vita; agli adulti tocca prendersi carico di questa voglia di apertura verso il mondo, fatta di desideri, sguardi e speranze, e accompagnare gli adolescenti nel processo di trasformazione.
Fulcro dell’evoluzione è il corpo, che viene ripensato sia sotto l’aspetto fisico sia come spazio di sperimentazione in cui identificarsi e/o manifestare le proprie difficoltà; e nel contempo, cambia il rapporto con i genitori – non più visti come punto di riferimento onnisciente – dai quali si vuole conquistare una progressiva indipendenza.
L’obiettivo finale di questa evoluzione è la definizione dei propri valori e l’assunzione di un ruolo socialmente riconosciuto tra i coetanei.
La ricerca dunque è rivolta agli adulti, genitori di questi adolescenti eterni viaggiatori: a loro tocca non solo il compito di insegnare abilità e competenze ma anche di stare vicino ai propri figli, resistendo e rispondendo; di offrire un legame rassicurante, una presenza che dia loro la sensazione di essere amati per ciò che essi sono.
Intervento al convegno Adolescenti 2020
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