Sicuramente a molti di voi sarà capitato di subire il rimprovero del partner prima di una uscita: “Siamo alle solite, in ritardo”. Sono le 18,30 di venerdì 5 ottobre quando prendiamo la tangenziale sud alla volta di Salò, dove ci attende la cena di sostegno al Calabrone.
Scopriamo però che lungo la strada c’è un grosso incidente; tuttavia, una serie di scorciatoie tra campi e strade sterrate – sia lode al navigatore – ci permette di arrivare quasi in orario. Ma giunti alla splendida Cascina San Zago non nego una certa sorpresa: poche macchine, nessuno in giro, dove sono tutti?


Alla cassa ci accolgono le mie nuove conoscenze della Cooperativa, Fausta e Jesssica; Elena, da organizzatrice principale, è intenta in mille telefonate lampo: “C’è un incidente, la strada è bloccata” e indica scorciatoie e alternative.Con il trascorrere di alcune mezz’ore l’inghippo stradale si è risolto e ben presto più di 250 persone affollano il patio della villa. Era da alcuni matrimoni fa che non vedevo tanta gente insieme per una cena, fa sempre una certa impressione.
Eppure, se per il terzo anno tanti amici sono venuti e hanno riempito il locale, un valido motivo sicuramente c’è: a mio parere, al di là della occasione di un piccolo aiuto concreto in termini economici, l’occasione è proprio quella dell’incontro: ritrovarsi, parlare, ridere e scherzare, e anche rivedere persone che avevi perso di vista. La tavola è da sempre luogo e tempo dedicato al confronto ed al dialogo e questa, seppur spalmata su molteplici tavoli su due piani del ristorante, non è da meno.
Per la cooperativa è anche un modo per aggiornare sui progetti in atto. Massimo Ruggeri, il vicepresidente, presenta la ricerca sugli adolescenti, svolta in collaborazione con il Comune di Brescia; ci parla di futuro possibile, e ci invita ad alimentarlo nei giovani, ponendoci come comunità che orienta.
Tra una portata e l’altra prende poi la parola Piero Zanelli, il presidente uscente, per presentarci Alessandro Augelli, il nuovo presidente della Cooperativa. Alessandro sottolinea che il cambio generazionale è avvenuto in continuità con i valori e le scelte del Calabrone, ovvero dedicare tempo e risorse a “fare del sociale in tempi che non sono più quelli del sociale”. “Significa, continua, affermare il primato dell’etica e dell’umanità nel tempo del disumano che avanza”, costruire delle comunità inclusive dove provare a realizzare una società diversa da quella propostaci dal mondo attuale.
Dismessi letteralmente i panni di presidente, Alessandro cambia look e resta in maglietta rossa (fornita da Casa Bukra) per raccontare dei LAB6, laboratori per i giovani dai 16 ai 29 anni rivolti a tutti i ragazzi (di serie A, B, fino alla serie Z – come diceva don Piero) coordinati da Ombretta e, visto che i nomi sono importanti, ringrazia gli operatori del Calabrone che lavorano al progetto: Davide, Michela, Sergio, Giulio, Marta, Valeria, Giulia ed Emiliano, insieme ai coach Michi, Francesca ed Elisa.
E a loro e anche a noi che lasciamo a tarda sera Salò, l’augurio, allora, di spiccare il volo.