Pacchi e pacchi riempivano i locali del Calabrone, «sembrava la moltiplicazione dei pani e dei pesci!», racconta Fausta, responsabile del progetto.
In un momento così difficile e triste è stato meraviglioso vedere tanta generosità e solidarietà tramutarsi tempestivamente in un sostegno concreto, pronto per essere impacchettato e consegnato; pareva una tavola imbandita a festa, e la gioia di poter far del bene a così tante persone era immensa.[/vc_column_text][vc_single_image image=”17360″][vc_separator height=”15″ show_border=”yes_border”][vc_column_text]Fausta si è sempre occupata personalmente della preparazione dei pacchi, dei ritiri e delle consegne; in questi mesi è stato possibile rispondere all’aumento delle richieste grazie ai ragazzi di casa Bukra (Muhammad e Suleyman, da sempre impegnati in questa attività) che hanno dedicato ancora più tempo al progetto, ai ragazzi e alle ragazze di Casa Baobab, (Elena, Laura e Habibou) oltre ai volontari dell’Associazione Perlar.
Con il loro supporto è stato possibile portare la spesa direttamente a casa delle famiglie.
Inizialmente c’era in loro una sensazione di paura, di impotenza, e di fronte alla pandemia si sentivano inutili, ma darsi da fare per gli altri ha aiutato a smorzare la tensione e a capire che anche loro potevano fare un pezzetto per rendere le cose migliori. La consegna della spesa è stata una svolta nella loro vita in lockdown: non vedevano l’ora di potersi mettere a disposizione.[/vc_column_text]
Nonostante gli impegni scolastici e lavorativi, è stata per loro un’attività quotidiana ricca di emozione e divertimento. La ricompensa più grande è stata la soddisfazione di aver fatto qualcosa per chi ha più bisogno, vedere le famiglie felici e sorridenti e raccogliere la loro immensa gratitudine.[/vc_column_text][vc_single_image image=”17359″][vc_separator height=”15″ show_border=”yes_border”][vc_column_text]Si è creato un bel rapporto con le famiglie che ragazzi e ragazze incontravano (con le necessarie precauzioni sanitarie!): a volte ci si scambiava anche solo poche parole, ma in quei giorni era straordinario. I giovani trovavano le persone ad aspettarli alla porta di casa e si accorgevano che con un semplice gesto riuscivano a sollevare il morale di un’intera famiglia preoccupata e sconfortata: una signora si è così affezionata da spingersi a regalare una maglietta decorata a mano da lei.
La riconoscenza delle persone è talmente forte che Fausta si commuove raccontando dei tanti messaggi di ringraziamento che arrivano al Calabrone.
Circondati da tanta negatività e da continue cattive notizie, sentirsi parte di questa rete di solidarietà ha dato una gioia immensa.
Le grandi quantità di cibo donato hanno permesso di confezionare e consegnare oltre 1500 pacchi nella prima metà dell’anno, senza contare quanto distribuito ad altre realtà che si occupano di marginalità, come Casa Aperta, San Vincenzo e Casa S. Giuseppe: ci si può rendere davvero conto di quanto bisogno avessero molte famiglie bresciane e di quanta solidarietà è arrivata direttamente nelle loro case.
Al grande gruppo di supporto del Progetto Massaia si è aggiunta una volontaria, ed è ripresa anche la partecipazione degli utenti della Comunità del Reinserimento: perché il bisogno e le necessità continuano, e non vengono meno le richieste delle persone e delle famiglie.[/vc_column_text][vc_separator height=”20″][vc_promo_line title=”SOSTIENI” subtitle=”il PROGETTO MASSAIA” link_url=”/cena-sospesa-sostieni-la-spesa/” link_label=”SOSTIENI”]