Come lo sguardo femminile può contribuire a un’economia generativa? Come la donna, con le sue caratteristiche e qualità, può spingere la società verso una rigenerazione dell’economia e della comunità?
Queste sono le domande cardine del terzo Incontro di Pensiero di lunedì 23 novembre che ha ospitato suor Alessandra Smerilli, delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA), Docente Ordinaria di Economia Politica presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium, e Francesca Morandi.
Rigenerare chiede un cambiamento radicale, qualcosa di totalmente nuovo, diverso da quello che c’era prima. Lo sguardo femminile è quello sguardo nuovo che manca nel mondo del lavoro, della politica, dell’amministrazione, nell’economia, nelle organizzazioni. La sensibilità delle donne, la loro attenzione nella relazione con l’altro, l’empatia femminile, possono aiutare a cambiare il modo di vedere le cose: non guardare solo agli obiettivi ma anche ai processi che portano a raggiungerli e, soprattutto, alle persone che sono coinvolte.
Oggi è diritto e dovere delle donne portare la loro capacità di gestione del privato anche nella dimensione pubblica. C’è bisogno di una nuova alleanza tra uomini e donne, non una prevaricazione o un’inversione di ruoli, ma una convivenza di modi di pensare e di vedere le cose: è necessario che anche le donne possano ricoprire ruoli di potere e decisionali, che molto spesso sono ricoperti da uomini.
Deve esserci pluralità di pensiero per il benessere comune, altrimenti il risultato è un impoverimento culturale, una limitazione delle possibili visioni. A causa della mancanza di questo sguardo femminile nella società abbiamo perso la capacità di riconoscere il prendersi cura degli altri come un valore; le donne possono aiutare a riportare al centro delle dinamiche sociali questa dimensione.
Il femminismo non deve ispirarsi a imitare il ruolo maschile, le donne non devono aspirare ad assomigliare agli uomini per emanciparsi, sarebbe come confermare lo status quo. È fondamentale, invece, riuscire ad affermarsi come donne con tutte le proprie peculiarità, dando valore alla diversità e sapendo andare oltre gli stereotipi del femminile.
Per poter permettere sistemi diversi e inclusivi serve dare spazio e opportunità ai pensieri delle donne, riconoscerne l’impulso innovativo, dargli dignità e aver la capacità di mettere in discussione ciò che è sempre stato normalità e certezza. L’indifferenza non è neutrale: se davanti a qualcosa che nasce non si prende posizione, si sta in qualche modo rallentando questa novità a prendere il volo, opponendosi passivamente. Tocca agli uomini fare un passo in più, imparare ad accogliere, accettare e a supportare una visione del mondo e della società nuova, più ampia, che comprenda anche quella femminile.