Da quando ero piccola ho sempre saputo che avrei lavorato nell’ambito del sociale, a contatto con le persone, e ho scelto sin da subito un percorso di studi che mi permettesse di realizzare questo mio desiderio.
Ho fatto diverse esperienze: a scuola con la disabilità, poi con le dipendenze e la tutela minori; oggi lavoro nell’ambito della giustizia e sento che è l’ambito in cui desidero lavorare davvero. Per me la giustizia ha un grande valore, sono molto sensibile alle ingiustizie sociali e voglio lavorare affinché si risolvano.
Mi sento una persona fortunata e sento di poter avere un ruolo nel rimettere in circolo questa fortuna, lavorare nel sociale penso sia un modo per farlo. L’ambito che più mi piace della psicologia è quello sociale e di comunità, a cavallo tra il lavoro psicologico e quello educativo. Mi è sempre piaciuta l’idea di lavorare in un gruppo, l’equipe è la mia dimensione: c’è una grande ricchezza di punti di vista sulle persone che incontriamo e la complessità delle persone richiede una complessità di sguardi umani e professionali.
Questo lavoro mi permette di stare a contatto con le storie delle persone che sono l’aspetto per me più significativo nell’ambito del sociale.
Una cosa importante me l’ha insegnata una ragazza che viveva in una comunità per minori. Era conosciuta come poco sincera, inaffidabile e manipolatoria. In un momento di litigio con un altro ragazzo io subito non ho creduto a quel che mi stava dicendo. Quando poi il ragazzo ha ammesso di essere stato lui a provocarla mi sono resa conto di essere rimasta incastrata nei pregiudizi su di lei che, in lacrime, mi ha detto che ero l’ennesima persona che non le credeva.
Quello sguardo e quelle parole mi hanno insegnato tanto, è stato un errore che, ancora oggi, mi aiuta a tenere sempre a mente di entrare in relazione con gli altri ogni volta in modo libero e nuovo, cercando di non farmi influenzare da altro se non la relazione che in quel momento si crea. Ammettere di aver sbagliato e chiederle scusa, mi ha permesso di creare con lei una relazione nuova, di fiducia.
Spesso incontro le persone in una fase difficile della loro vita, in cui hanno dei vissuti negativi alle spalle, nel mio lavoro cerco di pensare e creare condizioni per far avvenire incontri significativi e importanti, che possono cambiare la vita delle persone, dargli nuova speranza.
Il lavoro nel sociale è bello anche perché sa sorprenderti, soprattutto se non smetti di credere nella parte migliore che ciascuna persona ha, a volte è solo nascosta. Ho seguito un gruppo di minorenni autori di reato in un percorso sul tema della legalità, un’esperienza sfidante, in particolare, con uno dei ragazzi: molto provocatorio e difficile da ingaggiare nelle nostre proposte. Durante l’incontro finale, davanti alla sua assistente sociale, ha ringraziato me e la mia collega dicendo che: “ci stava, è stato bello e voi siete state brave perché con noi non è facile, ci vuole pazienza”.
Lavorare con le persone è bello e faticoso, non ti fa mai sentire arrivato: c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare e scoprire, non si finisce mai di crescere. È un lavoro di equilibrio che va continuamente costruito: il nostro agire per loro e con loro ha dei confini, noi facciamo delle proposte, creiamo delle occasioni, è poi l’altro a decidere se accoglierle o meno. Questo permette di convivere e superare il senso di impotenza che nasce di fronte a delle situazioni complesse, riconoscendo la responsabilità di entrambi: la mia come operatrice, quella dell’altro come protagonista della sua vita.
Come cooperativa Il Calabrone da sempre lavoriamo accanto alle persone per costruire un futuro desiderabile per tutti, perché la bellezza del lavoro sociale sta proprio nel mettere le persone e i loro bisogno al centro del nostro pensiero e del nostro agire.
Siamo una varietà di professionisti che cooperano ogni giorno per promuovere il bene comune e l’integrazione sociale dei cittadini, con particolare attenzione a chi sta attraversando un periodo di disagio, per promuovere la cultura del prendersi cura dell’altro, dell’accoglienza delle diversità e della giustizia: ingredienti fondamentali per costruire una comunità coesa e solidale.