Ciascuno di noi ha una storia, ciascuno di noi ha intrapreso un viaggio, a volte difficile, a volte invece meno faticoso, e sulle nostre strade facciamo degli incontri, e il bello degli incontri è che aprono sempre a nuove relazioni. Due settimane, nel corso della cena Vogliamo insieme 2019, di relazioni, se ne sono incontrate davvero tante. Tante storie, tanti percorsi che qui si raccontano, con qualcosa in comune: il volo del Calabrone.
Non è sempre facile accettare l’apertura verso nuove relazioni, perché cucire legami è faticoso, è difficile, e lo è perché richiede di concedersi all’altro, richiede impegno, richiede cura, richiede il coraggio di lanciarsi nell’ignoto, e richiede reciprocità. Eppure, tutti noi avvertiamo il forte e persistente bisogno di percorrere strade nuove. La meraviglia si manifesta quando decidiamo di percorrerle insieme a qualcuno, quando decidiamo di affrontare l’inedito creando relazioni.

Il Calabrone cerca proprio di fare questo, giorno dopo giorno, dal 1981. Cerca di costruire una comunità accogliente e aperta, costellata di relazioni di comunità, basata sul principio del dare-darsi e sulla consapevolezza che il singolo è sempre libero di agire, anche oltre la comunità stessa.
Insieme, non solo è più facile fare i conti con il proprio passato, ma è anche più semplice pensare al futuro.
Le relazioni sono generative, sono feconde di vita. Sono intrinsecamente pregne di forza e di coraggio. Chi ha partecipato alla cena di stasera ha una propria relazione con i Calabrone: volontari, amici, sostenitori, persone che sono state sostenute, collaboratori, educatori, familiari degli educatori… una galassia di legami che hanno fatto sì, ognuno a suo modo, che il Calabrone sia diventato quello che è oggi.
La sfida continua: essere comunità significa guardare al futuro insieme e l’augurio di questa sera è che possiamo essere aperti e accoglienti, insieme, per far spazio alla vita e al desiderio di inedito.