Buongiorno dottore, sono Calabrone, ho 40 anni e tre figli: si chiamano Comunità educante, Scuola, Adolescente. Ognuno di loro ha problemi e potenzialità, possiamo parlarne?
Con questo scherzoso incipit si avvia il dialogo di Cristian Marmaglio, educatore professionale, con Matteo Lancini, psicoterapeuta e presidente della Fondazione Minotauro di Milano.
Parlando del figlio Adolescente…
… per esempio, Lancini afferma che viene letto in maniera stereotipata; insiste invece sulla necessità di leggerne i comportamenti, che denunciano una richiesta di ascolto e di attenzione: anche le azioni violente sono messe in campo dai ragazzi per farsi vedere, più che per trasgredire. D’altronde, la rissa fa audience!
Ci sono ricette utili?
Ascolto, identificazione, relazione competente e autorevole con il soggetto nella sua unicità, risponde Lancini. Attenzione però a non sposare slogan come “più relazione, meno regole”: se è vero che ogni adolescente è unico, anche ogni storia è unica e necessita di un equilibrio tra i due termini.
Ripartire dopo la pandemia è faticoso, ci sono adolescenti che restano ancora chiusi: ma quali proposte trovano, fuori? Quale futuro?
E vogliamo parlare della figlia Scuola?
Con tutti i suoi problemi, le rigidità, le mancate riforme e le inadeguatezze, resta però il miglior luogo dove crescere, non ci sono alternative migliori – dice Lancini.
Lui la vorrebbe sempre aperta, sempre connessa, in continua relazione con il privato sociale, le famiglie, il teatro, il cinema; in cui discipline siano al servizio della crescita, abituando i ragazzi a fare domande e non a fornire risposte.
E ricordiamo che la povertà educativa è anche povertà digitale, come si è visto durante la pandemia. Se è vero che l’accesso a internet è un diritto, si deve poterlo fare a scuola.
Tocca ora alla figlia Comunità educante.
Parliamo di un concetto complesso: include la famiglia, gli adulti che si occupano di minori – tv e internet ne fanno parte? E come?
Ultimamente hanno prevalso modelli infantilizzanti, ma la risposta stereotipata crea dolore e delude l’adolescente. E se le risposte che riceve sono uguali a quelle di 40 anni fa, se gli adulti mostrano una loro grande fragilità, a chi può rivolgersi un’adolescente?
Emblematico è il discorso sulla morte, grande presenza durante la pandemia ma non trattata nel discorso pubblico come parte integrante della vita; mentre invece, dice Lancini, fa parte dei limiti che fanno crescere – insieme a inciampi e fallimenti.
La seduta di psicoterapia termina qui (ma guardatela sul canale YouTube del Calabrone, è molto più interessante di queste note).
Lancini loda l’attività di Calabrone, che accompagna esperienze e attiva potenzialità andando nel territorio e coinvolgendo la comunità educante.
Marmaglio, a sua volta, consiglia di leggere l’ultimo libro di Lancini: “L’ età tradita. Oltre i luoghi comuni sugli adolescenti”.