La sai la novità? Che siamo tutti uguali e tutti un po’ diversi, tutti in fondo persi dentro al telefono.
Persi nel telefono, Tre allegri ragazzi morti
Come dice la canzone, i telefoni mettono ragazzi e adulti sullo stesso piano. Quando usiamo il web, non impariamo prima a capire come usarlo, perché in realtà lo usiamo e basta, senza sapere come funziona: è la cosiddetta “piramide rovesciata” dell’apprendimento.
Il rapporto tra adulti e ragazzi, da verticale, nel web diventa orizzontale: tutti partono dallo stesso livello. Allora gli adulti – genitori in primis – che conoscono poco il web, sono presi da molti dubbi: “È normale che mio figlio stia tutte quelle ore al telefono?”, “Perché non esce mai e sta sempre davanti allo schermo?”, “Cosa ci farà per tutto quel tempo? Farà cose pericolose?”.
Questa lettura può aiutarci a vedere il web e le nuove tecnologie con gli occhi degli adolescenti che li usano, trovando alcuni spunti per rispondere a queste domande.
Nuove tecnologie: strumenti o ambienti di vita?
Sembra scontato pensare alle tecnologie come strumenti, basti pensare a quanto si parla di strumenti tecnologici! Invece, per vedere il web dalle lenti degli adolescenti, dobbiamo pensare alle nuove tecnologie come ambienti di vita. Il web crea un habitat in cui chi lo usa si immerge totalmente e che unisce mondo reale e tecnologico.
Non bisogna chiedersi come gli adolescenti dovrebbero usare questi strumenti, cosa che molto spesso mette in crisi gli adulti, ma piuttosto cosa questo ambiente permette loro di fare e come stanno loro al suo interno. A quali compiti di sviluppo risponde l’uso del web?
Restare aggiornati
È il primo motivo che spinge i ragazzi a usare il web. Le nuove tecnologie gli permettono di informarsi su tutto ciò che vogliono, in ogni momento. Così i ragazzi possono rispondere a due compiti di sviluppo: l’indipendenza dai genitori e la nascita sociale. Infatti, le informazioni che cercano, le trovano senza chiedere alla famiglia, e gli permettono anche di attivarsi nella società, ad esempio confrontandosi con altri o partecipando ad associazioni. E i rischi? I ragazzi possono vivere la FoMo (Fear of Missing Out), cioè la paura di perdersi delle informazioni, che crea ansia, ma possono anche sentirsi sotterrati da troppe informazioni, difficili da selezionare.
Stare in relazione
I ragazzi usano il web per creare e mantenere relazioni. Infatti, le barriere dello spazio e del tempo non esistono più, e i ragazzi possono sentire i loro amici sempre e dovunque. Questo li aiuta nella separazione dai genitori, ma li ostacola anche: possono socializzare molto fuori dalla famiglia, ma i genitori sono sempre con loro, nel telefono che portano in tasca. Così, il viaggio verso l’autonomia diventa più difficile.
Condividere
È diventato fondamentale per gli adolescenti, per farsi vedere e sentirsi valorizzati. Questo li aiuta a definire chi sono ed a trovare un posto nella società. Qui si fa vedere il rischio, tanto temuto, della assenza di privacy.
L’immagine del sesso e del proprio corpo
I genitori spesso faticano a parlarne con i figli, quindi, gli adolescenti si affidano sempre più al web per trovare le risposte che loro non gli danno, sul corpo, sul sesso, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Il web però può dare informazioni contrastanti, o false, creando aspettative non realistiche.
Cosa possono fare gli adulti per aiutare gli adolescenti nell’uso del web?
Gli adulti dovrebbero cercare di riprendersi il loro ruolo di adulti anche quando si parla del web. Essere adulti significa capire i bisogni dei ragazzi ed aiutarli ad affrontarli. Fino ad ora abbiamo capito a quali bisogni i ragazzi rispondono quando usano la tecnologia, ma come si può fare a sostenerli in questo?
La chiave è restare al passo coi tempi, che non significa fare quello che fanno i ragazzi suoi social. Significa invece conoscere il web, le tendenze e i rischi, essenzialmente saperlo usare come protagonisti, creando un ambiente che aiuta gli adolescenti ad affrontare le loro sfide: per esempio, un genitore potrebbe consigliare ai figli alcuni profili social selezionati che parlino del corpo e dell’intimità, oppure condividergli un video o un post su come tutelare la propria privacy sul web. Infatti, il primo modo per evitare i rischi è diventare per i ragazzi delle figure di riferimento a cui poter sempre chiedere aiuto, anche per quanto riguarda il web.
Per approfondire
- Come le nuove tecnologie hanno rivoluzionato le famiglie, slide di presentazione dell’intervento, a cura di Michele Tomasoni
- Digital 2021: i dati globali, We Are Social Italy
- Belletti CISF 12 aprile, agesc.it
- CISF. Centro Internazionale Studi Famiglia, Le relazioni familiari nell’era delle reti digitali. Nuovo rapporto CISF 2017, San Paolo Edizioni (2017)
Articolo a cura di Angela Tapparo, dott.ssa in Psicologia degli interventi clinici nei contesti sociali e tirocinante della Cooperativa Il Calabrone.
I contenuti sono tratti dall’intervento tenuto dall’educatore Michele Tomasoni nell’ambito del corso di formazione Tra compiti evolutivi, culture e tecnologie, realizzato dal progetto Batti il cinque! e volto agli Assistenti Sociali del Comune di Brescia.