Franca era nata durante la guerra, l’ultima combattuta in Italia. Da allora aveva imparato un sacco di cose e, da maestra elementare, le aveva trasmesse a intere generazioni – ma il mondo digitale le era ancora estraneo.
Per rimediare si era iscritta a un corso Click del Calabrone (“pensati per le persone che sentono la distanza da un mondo che comunica sempre più in modo digitale”, come recita un volantino trovato in quartiere), in cui conosce Rebecca, la giovane insegnante del corso. Per fare pratica con la tastiera, Franca trascrive le sue poesie: perché Franca è una persona che non si sa annoiare, appassionata di letteratura e di musica e, a sua volta, scrittrice che ha già al suo attivo qualche raccolta di poesie dialettali.
Ma per dare gambe ai suoi sentimenti e ai suoi valori, per trasmetterli e per stamparli rapidamente deve chiedere aiuto a qualcuno: Rebecca si offre di affiancarla, lavorerà come “scrivano digitale”.
Già nel loro primo incontro scoppia una simpatia immediata, e si instaura da subito una gradevole routine: si accomodano in cucina per caffè e biscotti, racconti di vita e commenti sull’attualità, poi passano nel salotto zeppo di oggetti ed enciclopedie, di libri sull’arte e sull’opera, di dipinti, ceramiche e statuette; si sistemano al tavolino tondo e cominciano a lavorare.
A Rebecca piace scrivere e avverte una corrispondenza con i sentimenti che Franca deposita nei suoi testi: perciò non si limita al ruolo passivo di operaia della tastiera ma interviene, suggerisce – in pratica diventa una specie di editor in tempo reale.[/vc_column_text]
Inevitabile lo scoccare della scintilla: perché non pubblicare le poesie? Per prima cosa serve una selezione dei fogli sparsi che li che trasformi in una raccolta ragionata, con un preciso filo conduttore che faccia transitare fluidamente tra le sezioni; poi bisogna trovare l’editore giusto.
Trasformatasi nell’agente letterario di Franca, Rebecca si butta nell’impresa e compie una vasta, accurata ricerca in internet: sa che serve un precisa strategia per individuarlo, non si propone il proprio lavoro a caso! Si tratta di riconoscere una sensibilità culturale e letteraria simile alla propria, e non per forza in una grande azienda.
Individuata e contattata Liberedizioni, le nostre protagoniste hanno la soddisfazione di scoprire che il lavoro piace, che nel testo non c’è niente da cambiare, e che l’editore si occuperà solo dell’impaginazione: ed ecco uscire le 500 copie di “E se provassimo a volare?”, libro che Franca dedica a Rebecca.
Oggi Franca e l’editore girano nelle librerie per la presentazione di “E se provassimo a volare?”, e Rebecca li raggiunge quando può, quando l’università non la impegna troppo. La collaborazione non è ancora finita, le nostre “ragazze” continuano a lavorare insieme: il prossimo sarà un libro di racconti – ma non possiamo svelare altro.
Abbiamo raccontato questa storia perché contiene elementi sottotraccia che ci piace evidenziare:
Franca ha frequentato un corso Click per uno scopo chiaro e preciso, ma ha anche scoperto che tra i corsisti si creano relazioni da cui nascono altre cose; Rebecca ha insegnato nei corsi Click e ha anche vissuto a Casa Baobab presso il Calabrone e lì ha affinato la propria disponibilità.
La cooperativa Il Calabrone non fa magie, è vero; però crea ambienti e situazioni favorevoli allo scambio e alle relazioni.[/vc_column_text]