Il nostro servizio affonda le radici in un periodo davvero critico, in cui l’ignoranza domina e crea terrore. Parliamo degli anni in cui ci si faceva “all’americana”, cioè si usava un’unica siringa in un gruppo di 3 o 4 persone per condividere una dose di eroina e in cui le persone malate di AIDS cadevano come in un campo di battaglia; persone che arrivavano in ospedale per una malattia strana o con un fisico troppo debilitato dalla tossicodipendenza e dalla vita di strada e si ritrovavano con una bella diagnosi di AIDS conclamata e nell’arco di 15 giorni lasciavano tutto, ma proprio tutto!
Una volta appreso che quella ematica è una delle vie di trasmissione del virus più immediate, distribuire siringhe sterili, che permettono ai tossicodipendenti di usare sostanze in modo sicuro e pulito, diventa una necessità, un imperativo pragmatico e intelligente che va al di là di tutte le resistenze moralistiche che vedono nel gesto di dare una siringa pulita un modo per aiutare le persone a drogarsi, per incentivare i consumi.
Così nasce a Brescia la Riduzione del Danno e inizia a porre gli argini al dilagare dell’ HIV : le persone tossicodipendenti continuano a drogarsi, ma si abituano gradualmente alle tecniche del buco pulito, pongono attenzione a non scambiare le siringhe tra loro e non abbandonano quelle usate e soprattutto iniziano ad affidarsi ai servizi di cura.[/vc_column_text]
Al Progetto Strada si continua a lavorare sull’accettazione della malattia, si cerca di dare speranza e di fare in modo che le persone sieropositive continuino a vivere bene la loro vita e che si possano curare. Qui entra in gioco l’eccellenza del reparto infettivi degli Ospedali Civili di Brescia che accoglie, cura e distribuisce farmaci anti-retrovirali che permettono a queste persone di avere un’aspettativa di vita simile a quella di una persona normalmente sana.
“Non esistono categorie a rischio, ma solo comportamenti a rischio”.
Così recitava uno spot della campagna di prevenzione della LILA (Lega Italiana Lotta Aids) che si proponeva di smantellare il luogo comune che collegava il virus dell’HIV solo alle categorie “dissolute” dei tossicodipendenti e degli omosessuali. Con il passare del tempo, infatti e grazie anche al perfezionarsi delle tecniche di riduzione del danno, la via di trasmissione per contatto di sangue è andata via via diminuendo e ad oggi sono i rapporti sessuali non protetti la via di trasmissione principale del virus (da farci pensare l’articolo del giornale di ieri GdB).
E arriviamo ad oggi, venerdì 1 dicembre 2017, giornata mondiale di lotta all’AIDS e giornata significativa e curiosa ai fini di questa riflessione. Oggi, in piazza ci sono le due categorie che un tempo erano più a rischio: tossicodipendenti (Progetto Strada) e omosessuali (Arcigay Brescia) che allestiscono un banchetto informativo rivolto alla popolazione, a tutti quelli che hanno una vita sessuale attiva, che pensano che il virus dell’HIV non li riguardi o che magari non sanno neanche che cos’è, a quelli che vanno con prostitute o con le trans e pagano per avere rapporti senza preservativo…. e poi tornano a casa dalle loro mogli. Tutta gente “normale”, insomma!
Buon viaggio, buona continuazione e buon 1 dicembre a tutti.
Virginia M.
operatrice Progetto Strada