Questo il titolo della serata organizzata dall’Associazione Amici del Calabrone lo scorso sabato 3 dicembre, per festeggiare i primi 20 anni di attività e di volo insieme alla Cooperativa Il Calabrone.
Una serata per ricordare il fondatore, Don Piero Verzeletti e Franco Morandi. E’ proprio il Presidente, Paolo Morandi, a calcare per primo il palco del teatro Le Muse di Flero. Paese che, come ricorda il giovane, ha ospitato numerose anime “Fuori dal coro”: da Franco a Ivano Chiaf. Alla “nonna” Fiorina, a cui intitolarono la via, anch’essa donna di generosità e aiuto verso il prossimo.
Dà inizio ad una serata dove il ricordo e la festa sono scanditi da emozioni, note e battiti di un cuore che anche in sala regala spunti e pensieri.
Una voce fuori campo ci riporta a quel 6 dicembre del 1992, a quella domenica di sole e di vento in cui Franco Morandi, giovane flerese volontario del Calabrone, scomparve nel tentativo di salvare un amico caduto sul sentiero. “L’ho visto cadere e non ho potuto fare altro” esprime quel gesto massimo di solidarietà e di aiuto su cui Franco aveva basato la propria vita. Una vita scandita anche da un senso di ricerca e da un battito eterno a un ritmo fuori coro.
Ed è l’attore Alberto Zacchi a salire sul palco per regalarci un monologo intenso, provocatorio. “Poltrona o divano?” “Caffè o tisana?” “Brut o fermo?” Piccoli assaggi di vita quotidiana dove alle voci ed alle mani che ci chiedono aiuto talvolta ci chiudiamo in noi stessi, guardando, sordi, alle nostre piccole vite. Vite dove la dignità umana dovrebbe essere rispettata perché “Sognare non costa niente. Sognare è vivere. Realizzare sogni? È aiutare a vivere.”
Alessandro Adami, cantante polistrumentista, ci regala le note della sua chitarra e della sua voce da Fabrizio De Andrè a Gianmaria Testa. “Salirà il sole del mezzogiorno, passerà alto sopra di noi. Fino alla tasca del pomeriggio, dall’altra tasca ti porto, se vuoi”. E se è vero che ricordare è portare nel cuore, anche queste note e questa musica, nella sala, toccano le corde più intime delle persone, con le loro emozioni e ricordi.
L’ultimo a salire sul palco è Don Fabio Corazzina, amico di Don Piero Verzeletti, fondatore della Cooperativa Il Calabrone che proprio quest’anno si è spento tra i suoi ragazzi. Anche la testimonianza di Don Fabio è ricca e provocatoria. Dove alle numerose storie da lui incontrate nei volti di tutti i giorni, storie di aiuto, di sofferenze, di riscatti e di amore, il pensiero di Don Fabio che va all’amico Piero è di una persona che ha saputo resistere. Con quel coraggio che si fonda sull’amore e sulla conoscenza dell’altro, del suo volto. E che con un sorriso, riesce a gettare un ponte, un aiuto.
Usando le stesse parole di Don Piero: “Allora, il pensare creativo è frutto anche della memoria delle narrazioni, delle esperienze di chi ci ha preceduto, che abbiamo ereditato o vissuto. Mi viene spontaneo chiedere a ciascuno ora… A che cosa stai pensando? Un augurio: che le vostre intuizioni si facciano pensieri, idee, progetti e diventino una narrazione di ciò che siete in grado di donare a chi attraversa o incrocia le vostre vite, emozioni, idee, proposte”
Per volare, fuori dal coro, ancora insieme.
Francesca Morandi
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