Il 31 ottobre si è tenuta presso la sede dello IAL Lombardia di Brescia la presentazione di Aperti Orizzonti, un progetto innovativo che ha lo scopo di aumentare le competenze personali, sociali e tecniche dei giovani NEET, nell’ottica di favorire il loro reinserimento in ambito formativo e/o lavorativo.
Nel 2023 in Italia i Neet, cioè i giovani tra i 16 ed i 29 anni che non studiano, non lavorano e non cercano attivamente un impiego, sono il 16,1% del totale dei giovani (circa un milione e quattrocento mila). In Europa il nostro paese è al secondo posto per numero di Neet. Sono diversi i fattori che concorrono ad alimentare questo fenomeno: determinanti sociali, del mercato del lavoro, aspetti culturali e psicologici.
Il progetto Aperti Orizzonti si pone il compito di intervenire in questa realtà sperimentando percorsi di accompagnamento che coinvolgano i giovani, il mondo adulto e le comunità di riferimento con l’esplicito obiettivo di “non avere più paura del futuro”. Come ricorda Benedetta Angiari referente di NEETwork per la Fondazione Cariplo
“i giovani sono una risorsa preziosa, ma sempre più scarsa. I NEET ne rappresentano uno dei segmenti più fragili, quello che rischia di non farcela.” “Non solo” ribadisce, “i singoli individui rischiano di perdere autostima e fiducia compromettendo il proprio benessere; è la collettività intera che finisce per sopportarne la perdita e i relativi costi.” “La sfida,” sottolinea, “è intercettare per tempo questi giovani, perché diventa più difficile scovarli man mano permangono in questa situazione.”
Il progetto si rivolge a giovani che oramai non ci credono più, bloccati da situazioni familiari problematiche o scoraggiati da esperienze negative che li hanno fatti precipitare in una spirale di depressione progressiva della propria condizione, non solo economica, ma anche emotiva e relazionale.
Quest’ultima categoria è la più difficile da agganciare perché è anche quella meno visibile e risulta anche più difficile da coinvolgere, se non attraverso interventi di prossimità in grado di introdurre strumenti che, prima ancora dell’occupabilità, sappiano riaccendere la fiducia in sé stessi e il desiderio di riprendere attivamente in mano la propria vita.
Orietta Filippini di Fondazione della Comunità Bresciana ha spiegato che sono in aumento gli adolescenti con problemi psicologici e che sono molteplici i progetti che si occupano di sviluppare metodi originali di sostegno alle persone.
“Ad un primo step di consolidamento e di sviluppo del sé” – continua – “può seguire l’ingresso attivo nella comunità”.
Il progetto prevede diverse fasi: dall’intercettazione, tramite servizi attivi sul territorio, enti della rete di supporto che si fanno antenne, ma anche attraverso eventi, workshop e azioni comunicative mirate. All’accompagnamento con il coinvolgimento di soggetti attivi del mondo adulto, esperti e professionisti e giovani che potranno fungere come esempio positivo all’interno del gruppo dei pari, e nelle attività peer-to-peer. Per poi passare ad una fase di attivazione, dove i giovani potranno stipulare contratti di lavoro nel settore di proprio interesse, svolgere esperienza di tirocinio formativo o concentrarsi su una ripresa favorevole degli studi.
“L’obiettivo di “Aperti Orizzonti” è il coinvolgimento di oltre 500 giovani, siano o meno NEET, di cui almeno 100 saranno accompagnati in un percorso individuale con l’obiettivo che riprendano a studiare o che entrino nel mondo del lavoro. Tutti accederanno ad un percorso laboratoriale e verranno accompagnati a conoscere opportunità cittadine già esistenti (biblioteche, teatri ecc.)”
dice Alessandro Augelli, presidente della Cooperativa Il Calabrone, capofila del progetto.