Il progetto Noi è nato per creare occasioni d’incontro e crescita tra i giovani. In particolare, per quelli di loro che, anche complice il periodo pandemico, faticano a stringere relazioni e a trovare una propria dimensione all’interno della società. “Nuove Occasioni Insieme”, questo è il significato che abbiamo deciso di attribuire a quel particolare acronimo che è il pronome personale noi, appunto.
Così in questi ultimi mesi ciascuno di noi (le associazioni Festa della Musica, True Quality e Perlar, la compagnia teatrale Teatro 19, la cooperativa Il Calabrone e la UISP di Brescia) ha dato vita a laboratori ed esperienze che favorissero la scoperta di sé da parte dei ragazzi e delle ragazze coinvolte, sia in relazione a se stessi che in relazione agli altri.
Hanno preso così forma percorsi paralleli anche molto diversi tra di loro ma accomunati dal sentito bisogno di creare spazi e tempi per pensarsi e raccontarsi.
Sul palco
Il laboratorio teatrale condotto da Teatro 19 ha coinvolto 15 giovani che, settimanalmente a partire dallo scorso autunno, hanno costruito, tramite esercizi guidati di improvvisazione e condivisione, uno spettacolo sulla ricerca della propria identità. Si chiama Alice in change e prende spunto dai classici di Lewis Carroll Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie e Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò.
“È un ritratto intimo dei partecipanti – racconta Valeria Battaini, conduttrice del laboratorio insieme a Francesca Mainetti e Roberta Moneta – in cui ciascuno si è scoperto co-autore di un testo che parla della ricerca del proprio posto nel mondo, della necessità di riconoscersi e legittimarsi in quanto persone”.
Un risultato reso possibile anche dall’eterogeneità del gruppo: proprio la mescolanza di situazioni personali e individualità ha permesso alla crescita personale di ciascuno di trasformarsi in una consapevolezza delle proprie peculiarità e in competenza teatrale.
Lo spettacolo, costruito ed alimentato presso gli spazi di Mi.C.S. Via Milano Case del Sole, andrà in scena il prossimo 19 e 20 giugno alle 19:00 presso il Parco Guidi di via Panigada, all’aperto, a testimonianza di quell’uscire allo scoperto che ha ispirato NOI.
Dietro le quinte
Per scoprire, invece, cosa si cela dietro “lo show”, Associazione Festa della Musica ha promosso un percorso formativo sulle professioni del settore musicale. Giulia Sandrini, Jean Luc Stote e tanti professionisti del mondo musicale hanno accompagnato, ciascuno con la sua modalità e specialità, gli oltre 20 partecipanti in un viaggio alla scoperta di tutte quelle competenze e di tutte quelle fatiche che rendono possibile l’espressione artistica della musica.
Gli incontri – organizzati questa primavera e ancora non del tutto conclusi – hanno compreso anche la visita di due degli studi discografici più importanti di Brescia e si sono presto trasformati in un dialogo e confronto aperto tra le professionalità dei “relatori” e l’entusiasmo dei partecipanti.
“Per i ragazzi e le ragazze si è anche trattato di un percorso auto-valutativo attraverso cui confermare, smentire e problematizzare i propri slanci e le proprie passioni” Sottolinea Jean-Luc.
Dopo un momento di condivisione, insieme ai ragazzi, si è deciso di attivare anche cicli di incontri individuali con alcuni dei produttori musicali incontrati al fine di approfondire le aspirazioni e mettere alla prova le potenzialità.
Saranno loro stessi, i ragazzi, a restituire al gruppo e ai relatori le proprie sensazioni e intenzioni, così da chiudere (o aprire) il cerchio di un laboratorio che, già oggi, li ha spinti a chiedersi “Cosa voglio fare da grande?”
Questi siamo noi
“Dove sono? Cosa mi rappresenta?” Queste sono state le domande chiave dei laboratori proposti dall’Associazione True Quality in collaborazione con Tantemani, che ha coinvolto giovani inseriti in contesti particolari, come il carcere di Verziano e la Comunità don Milani.
“È tramite il coinvolgimento attivo della popolazione, in particolare delle giovani generazioni, che l’arte riesce ad innescare momenti di riflessione e dialogo tra contesti diversi”
Utilizzando gli strumenti artistici della maschera e dell’autoritratto, i partecipanti hanno trovato un canale d’espressione e di comunicazione che gli permetterà di essere protagonisti all’ottava edizione del festival di arte urbana LINK attraverso un ciclo di affissioni diffuse in città.
Il tuo outfit handmade
Il laboratorio proposto dall’associazione Perlar è nato dal desiderio di sviluppare nei giovani una creatività finalizzata alla sostenibilità e promuovere l’economia circolare e del non-spreco e sviluppare competenze base di riuso.
Tra gli abiti usati di Poco Conto, hub del riuso gestito dall’associazione, i ragazzi hanno selezionato dei capi da rinnovare e trasformare, per dargli una nuova vita e tornare a utilizzarli. Un lavoro di recupero che ha chiesto anche di cambiare prospettiva e guardare le cose con un altro sguardo, di immaginare e sognare come potrebbero diventare, trasformando quello che è uno scarto in una risorsa per creare qualcosa di nuovo, unico e originale. Proprio come la filosofia che sta alla base di Poco Conto: “Niente e nessuno rimane indietro”.
Al laboratorio, oltre ai 6 giovani partecipanti, ha partecipato anche una persona senza dimora che in passato aveva lavorato nell’alta moda. È stata un’occasione sia per rimettersi in gioco sia per mettere a disposizione le proprie competenze per i ragazzi coinvolti.
Creare abiti da materiali di recupero ha incuriosito e dato grandi soddisfazioni ai partecipanti, che hanno anche potuto sviluppare anche una nuova consapevolezza rispetto all’impatto ambientale della filiera tessile e del consumismo odierno. Il 20 maggio il laboratorio si concluderà con un’esposizione dei capi realizzati che sarà poi possibile acquistare presso Poco Conto.
Comunico dunque sono
Presso lo spazio giovani Piastra Pendolina, Il Calabrone ha coinvolto alcuni giovani che frequentano lo spazio in un percorso che li portasse a riflettere sul loro modo di comunicare e, soprattutto di raccontarsi.
Esplorando il modo con cui i professionisti della comunicazione utilizzano i social network e le strategie che mettono in campo per una comunicazione efficace, i ragazzi hanno, in alcuni casi per la prima volta, avuto modo di ripensare il modo in cui si rapportano agli altri: insegnanti, genitori, amici…
La giovane età dei ragazzi coinvolti e la frequenza incostante non ha permesso di contaminare il laboratorio con le iniziative degli altri laboratori – come avevamo inizialmente pensato – ma ha aperto uno scambio e un ponte su un mondo, quello della comunicazione di sé, cui nessuno di noi può fare a meno.
Sport per tutti
Nell’ambito del progetto, il Comitato Territoriale UISP di Brescia ha offerto a ragazzi tra i 14 e i 25 anni la possibilità di sperimentare gratuitamente alcune discipline sportive come l’arrampicata, il calcio, la boxe, la canoa e la ginnastica.
Lo sport è un’opportunità di ridurre il rischio delle patologie psico-fisiche connesse alla vita poco attiva; uno stimolo all’attività cognitiva, all’incremento dell’autonomia, al rinforzo dell’autostima, all’accettazione delle differenze, al rispetto delle regole; un’occasione per facilitare l’interscambio sociali e l’inserimento di se stessi in ambienti diversi.
Fino ad ora purtroppo sono stati pochi i ragazzi e le ragazze che hanno aderito a questa opportunità ma lo sport non si ferma mai e la possibilità resta aperta! Per qualsiasi informazione sulle attività in programma: coordinatoresda.brescia@uisp.it