Freddo, rumore, lavorare nei weekend: ne vale davvero la pena? A questa domanda risponde la riflessione di un’operatrice del Progetto Sp510 che da un anno si occupa di riduzione dei rischi nei contesti del divertimento nell’area di Brescia.
Il Progetto Sp510 è un progetto di titolarità di SMI “Gli Acrobati”,in partenariato con cooperativa “Il Calabrone”, cooperativa “Bessimo Onlus”, e numerose realtà istituzionali del territorio, ed è realizzato con il sostegno di Fondo Sociale Europeo-Unione Europea, Regione Lombardia- Fse, nell’ambito por fse 2014-2020/opportunità e inclusione.
Ma chi ce l’ha fatto fare di organizzare 57 uscite fuori dalle discoteche?!
Già, perché noi operatori del progetto Sp510 è questo che abbiamo fatto: per 12 mesi abbiamo partecipato a feste, eventi, festival di Brescia e provincia, nelle discoteche e in altri luoghi di divertimento con l’obiettivo di ridurre i rischi legati al consumo di alcol e sostanze nei contesti in cui i giovani e i ragazzi si trovano per festeggiare e divertirsi.
Partivamo con la nostra valigetta contenente i “ferri del mestiere”: preservativi di tutti i colori; etilometro; filtrini per fumare; flyer informativi riguardanti alcol, sostanze stupefacenti e MTS; acqua e cracker da distribuire a chi stava male e l’immancabile logo con il tasso – emblema del tasso alcolico – che ci ha accompagnati ovunque. Lasciavamo poi che i ragazzi si avvicinassero a noi, inizialmente spinti dalla curiosità di capire chi fossimo e, man mano che prendevano confidenza, con l’intenzione di tutelarsi e informarsi.
Ai giovani che si sono avvicinati abbiamo somministrato una scheda anonima che indagava l’utilizzo delle sostanze e che creava anche un appiglio per instaurare una relazione educativa. Grazie a questi questionari abbiamo potuto ricavare dei dati che si sono rivelati utili per avere una piccola panoramica: abbiamo infatti potuto notare, ad esempio, che il 34% dei giovani non utilizza il preservativo durante i rapporti sessuali.
Un primo bilancio
Sicuramente il lavoro è stato faticoso e a volte frustrante, perché non è stato semplice far comprendere quello che stavamo facendo, ma un “aspetto mezz’ora prima di guidare” o un “rifaccio l’etilometro per vedere se è sceso” si sono rivelate delle grandi e inaspettate soddisfazioni.
Per rispondere quindi alla domanda iniziale, potremmo dire che ciò che ci ha dato la spinta è stata la volontà di stare nei posti dove stanno i giovani, credendo fermamente che un divertimento più sano e meno pericoloso sia possibile e debba essere un’alternativa concreta e valida per i giovani che incontriamo.