Nel 2014 ricorre il ventesimo anno di apertura del Progetto Strada: un servizio socio-sanitario rivolto a tossicodipendenti attivi. Questo tipo di servizio è rivolto alla riduzione del danno correlato all’uso di sostanze stupefacenti, mediante distribuzione di materiale di profilassi; prestazioni di prima sussistenza, quali docce, lavanderia, cibo, abiti, piccola medicazione. Il Progetto Strada a Brescia è gestito in collaborazione da Cooperativa Il Calabrone e Cooperativa di Bessimo.
Riportiamo l’intervento di Piero Zanelli in occasione del seminario che si è svolto il 29 novembre 2013 a Brescia.
“Cercherò in modo conciso ma puntuale di sottolineare alcuni aspetti significativi del nostro lavoro, provando a soffermarmi un attimo su alcuni pilastri o fondamenti del lavoro che si fa e di conseguenza voglio elencarvi ciò che nel tempo ( di questa attività) abbiamo Visto, Imparato e Provato (sperimentato).
Sono soprattutto 3 i fondamenti che riconosciamo:
L’INCONTRO CON L’ALTRO: riconoscere al soggetto la ragione e la responsabilità delle sue scelte di “sopravvivenza” e incontrarlo là dove si trova, sulla strada, così come egli è come persona in questo momento della sua esistenza; significa cogliere, scoprire, riconoscere il suo modo di “ESSERE NEL MONDO” e proporre un contatto per mantenere l’attuale stato di benessere fisico, e una relazione nella quale può essere riconosciuto come “persona”.
La relazione ha la caratteristica di “relazione a legame debole”, è occasionale, non prevede di per sé alcuna continuità, alcun patto terapeutico, la realizzazione del contatto è un optional in tale scelta ogni soggetto è autonomo, libero.
L’ACCOMPAGNAMENTO: dove si intende sì la parte oggettiva, concreta, ..lo stare a fianco , ma soprattutto accompagnamento che prevede il sostegno alla graduale acquisizione o ri-attivazione di alcune funzioni e capacità : la cura della propria persona, provare a relazionarsi, provare a chiedere ma anche a dare.
BASSA SOGLIA: non ho intenzione di prolungarmi troppo ma consideriamo 4 cardini:
1) Da un punto di vista strategico –organizzativo i Servizi a Bassa Soglia (come il nostro) occupano quello spazio intermedio tra la “piazza- strada” e i servizi di diagnosi e cura.
2) Dal punto di vista politico, essi esprimono, anche se in modo imparziale e discontinuo, un atto di riconoscimento dei diritti di cittadinanza a persone che vivono in condizioni di marginalità.
3) Dal punto di vista comunicativo e relazionale l’offerta di risorse strumentali e simboliche (materiale sterile, siringhe, docce, caffè, counselling, accompagnamento, invio….) precede spesso una esplicita domanda di aiuto. Si vuole offrire innanzitutto una condizione di “tregua” utile anche per poter progettare un cambiamento condiviso.
4) Sul piano dell’operatività si è sperimentato una combinazione inedita tra pubblico e privato sociale, integrando competenze e professionalità per nulla scontate.
COSA ABBIAMO VISTO IN QUESTI ANNI DI LAVORO:
- Che le persone con problemi di tossicodipendenza non sono poche.
- Che le sostanze, sono sostanze da strada ( tagliate e tagliate male).
- Che oggi abbiamo a che fare con Policonsumatori.
- Che in strada non è facile vivere.
- Che chi vive in strada “puzza”, (ma non per questo è da evitare).
- Che dalla strada si può “cambiare”.
- Che si può lavorare in rete.
- Che le siringhe vengono usate e che in strada ce ne sono meno.
- Che il Narcan è un salvavita.
- Che ci sono ancora quelli che continuano a vivere con processi circolari (strada, carcere, comunità- comunità strada, carcere….).
- Che la Prostituzione è ancora un buon lavoro in quanto ha ancora mercato.
- Che chi ha a che fare con la strada sono tanti e tanti non ce li immaginiamo.
- Che i comportamenti a rischio sono tanti e non solo per le persone tossicodipendenti.
- Che l’HIV e HCV sono sempre in agguato per chi ha comportamenti a rischio.
- Che i rischi di salute sono tanti.
COSA ABBIAMO IMPARATO:
- Che lavorare nella bassa soglia comporta pazienza e attenzione.
- Che meravigliarsi e stupirsi fa comunque bene.
- Che è sempre bene guardare in faccia le persone (anche se sono fatte).
- Che i soldi ai tossicodipendenti servono solo per farsi.
- Che la relazione ha sempre “significato” sia con gli utenti che con i colleghi.
- Che “accompagnare” un utente non è una passeggiata.
- Che da soli non si fa nulla.
- Abbiamo imparato che la RDD è una strategia ma può diventare una filosofia di vita , che non appartiene solo a qualcuno.
- Abbiamo imparato dove sono i servizi a Brescia.
- Abbiamo imparato ad attivare le risorse possibili che ognuno ha.
- Abbiamo imparato che negoziare, anche con chi vive in strada, è comunque importante.