Da anni Il Calabrone è impegnato nel progetto “Massaia”, una “dispensa sociale” che supporta famiglie in difficoltà grazie a iniziative come il progetto “Buon Fine” – per il recupero delle eccedenze alimentari – e il progetto “Dona la spesa” sostenuti da Coop e attivando le “energie” del territorio.

Dall’inizio della pandemia il servizio si è reso sempre più indispensabile e richiesto, a causa della diminuzione dell’occupazione e delle ristrettezze economiche a cui numerose famiglie han dovuto far fronte; il progetto si è ampliato enormemente e con l’aumento delle richieste e delle segnalazioni è aumentato anche il numero delle donazioni e dei benefattori: AiutiAmo Brescia, altre sedi locali della Coop, ma anche numerosi cittadini privati. Si sono fortemente impegnate le Fondazioni territoriali (Fondazione Comunità Bresciana, Azimut, Rotary, Cuore Amico…) e altre realtà e gruppi tra cui BS1911 e perfino gli Ultras dell’Atalanta, nonché altre aziende che hanno donato cibo e prodotti di igiene e pulizia.
Pacchi e pacchi riempivano i locali del Calabrone, «sembrava la moltiplicazione dei pani e dei pesci!», racconta Fausta, responsabile del progetto.
In un momento così difficile e triste è stato meraviglioso vedere tanta generosità e solidarietà tramutarsi tempestivamente in un sostegno concreto, pronto per essere impacchettato e consegnato; pareva una tavola imbandita a festa, e la gioia di poter far del bene a così tante persone era immensa.

Fausta si è sempre occupata personalmente della preparazione dei pacchi, dei ritiri e delle consegne; in questi mesi è stato possibile rispondere all’aumento delle richieste grazie ai ragazzi di casa Bukra (Muhammad e Suleyman, da sempre impegnati in questa attività) che hanno dedicato ancora più tempo al progetto, ai ragazzi e alle ragazze di Casa Baobab, (Elena, Laura e Habibou) oltre ai volontari dell’Associazione Perlar.
Con il loro supporto è stato possibile portare la spesa direttamente a casa delle famiglie.
Inizialmente c’era in loro una sensazione di paura, di impotenza, e di fronte alla pandemia si sentivano inutili, ma darsi da fare per gli altri ha aiutato a smorzare la tensione e a capire che anche loro potevano fare un pezzetto per rendere le cose migliori. La consegna della spesa è stata una svolta nella loro vita in lockdown: non vedevano l’ora di potersi mettere a disposizione.

Sono stati mesi intensi di lavoro tra lo smistamento del cibo, caricare e scaricare gli scatoloni ed effettuare le consegne in tutta la città, ma i giovani hanno accettato con grande entusiasmo l’incarico e ancora oggi continuano a portarlo avanti, contenti di aiutare e di potersi rendere utili.
Nonostante gli impegni scolastici e lavorativi, è stata per loro un’attività quotidiana ricca di emozione e divertimento. La ricompensa più grande è stata la soddisfazione di aver fatto qualcosa per chi ha più bisogno, vedere le famiglie felici e sorridenti e raccogliere la loro immensa gratitudine.

Si è creato un bel rapporto con le famiglie che ragazzi e ragazze incontravano (con le necessarie precauzioni sanitarie!): a volte ci si scambiava anche solo poche parole, ma in quei giorni era straordinario. I giovani trovavano le persone ad aspettarli alla porta di casa e si accorgevano che con un semplice gesto riuscivano a sollevare il morale di un’intera famiglia preoccupata e sconfortata: una signora si è così affezionata da spingersi a regalare una maglietta decorata a mano da lei.
La riconoscenza delle persone è talmente forte che Fausta si commuove raccontando dei tanti messaggi di ringraziamento che arrivano al Calabrone.
Circondati da tanta negatività e da continue cattive notizie, sentirsi parte di questa rete di solidarietà ha dato una gioia immensa.
Le grandi quantità di cibo donato hanno permesso di confezionare e consegnare oltre 1500 pacchi nella prima metà dell’anno, senza contare quanto distribuito ad altre realtà che si occupano di marginalità, come Casa Aperta, San Vincenzo e Casa S. Giuseppe: ci si può rendere davvero conto di quanto bisogno avessero molte famiglie bresciane e di quanta solidarietà è arrivata direttamente nelle loro case.
Al grande gruppo di supporto del Progetto Massaia si è aggiunta una volontaria, ed è ripresa anche la partecipazione degli utenti della Comunità del Reinserimento: perché il bisogno e le necessità continuano, e non vengono meno le richieste delle persone e delle famiglie.