Tutti soddisfatti, come hanno rimarcato nei propri discorsi, per l’avvio concreto di un progetto innovativo, che non si limita ad occuparsi di disagio e di disagiati ma che vuole mettere le radici nel quartiere. Come? Coinvolgendo gli abitanti: venite a prendere il caffè con noi, hanno detto Stefania e Agnese, le educatrici del Calabrone che seguono la Casa di Tre Bottoni, e poi da cosa nasce cosa…
Anche se gli ospiti non saranno obbligati a fare vita comunitaria, il rapporto con qualcuno che la zona la conosce e la vive è un bel vantaggio: per ricevere le “dritte” sui negozi, sui percorsi del bus, sulla palestra più vicina – insomma, sulle tante attività della vita quotidiana.
[/vc_column_text][/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1/2″][vc_column_text]C’era anche Marco, futuro ospite della Casa, che per la prima volta ha visto gli ambienti ristrutturati e ha potuto immaginarsi in quel contesto.
Insieme alla piccola folla che ha partecipato all’inaugurazione e che ha visitato i locali (camere luminose, bagni con la finestra, mobili grigio chiaro in cucina e divani grigio scuro nella zona giorno), Marco ha pronunciato le doverose esclamazioni di meraviglia e, scherzando ma non troppo, ha scelto la “sua” futura camera. Che romantico, commenta una signora: con la vista sulla collina e sugli alberi che cambiano colore. Collina? Marco si sorprende come se la vedesse solo in quel momento. A me interessa il balcone per uscire a fumare![/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner]