Il muro di Berlino per noi, giovani cittadini del 2019
Tra i tanti modi in cui sono stati celebrati i trenta anni dalla caduta del muro di Berlino, quello che si sono inventati gli operatori della Piastra Pendolina e dell’InformaGiovani è senz’altro originale.
Invece di rincorrere gli anziani che l’hanno vissuto in prima persona, alla tv o sui media, hanno puntato sui giovani e sui cittadini attivi – in particolare i consiglieri di quartiere, che alla politica pratica e alla partecipazione dedicano il loro tempo.
L’Assessorato alle Politiche Giovanili e i 33 Consigli di Quartiere bresciani hanno lanciato una campagna di reclutamento invitando i giovani a candidarsi per il progetto “Breaking wall“; i 33 giovani così selezionati sono stati preparati all’esperienza nel corso di tre incontri di formazione, a partire dai primi giorni di novembre. Formazione necessaria, perché della caduta del muro non sapevano – troppo giovani per averlo vissuto e troppo recente, l’evento, per trovarlo sui testi scolastici.
Accompagnati dagli operatori del Calabrone, ragazzi e ragazze hanno vissuto in diretta le celebrazioni ufficiali, e hanno respirato un po’ di quell’aria multiculturale che caratterizza Berlino.
Si sono posti domande, si sono raccontati il momento che più li ha toccati emotivamente, si sono chiesti che traccia rimane dell’evento del muro nella storia attuale.
Le parole con cui hanno sintetizzato la propria esperienza sono partecipazione, empatia, condivisione di emozioni e ricordi preziosi.
Al loro rientro racconteranno ai cittadini bresciani, nel corso di incontri “per zona”, impressioni e riflessioni sul viaggio, sulla storia appresa e sul futuro che ne nasce.

Berlino, trent’anni dopo “Basta costruire muri”
Irene Panighetti, BresciaOggi 10 novembre 2019
Bresciani a Berlino contro ogni muro
Irene Panighetti, BresciaOggi 11 novembre 2019
Qui sotto un assaggio delle domande che si sono posti i giovani. Grazie a Chiara, Giovanni, Sara, Sofia e Angelica per averle condivise con noi
Perché la storia è caratterizzata dal continuo innalzare e abbattere muri? Non è possibile un modo migliore di convivere sulla Terra?
Il muro è caduto. Ad ovest come ad est c’è libertà. Due popoli sono diventati uno solo. Ma davvero il muro non c’è più?
Più in generale, è possibile (e, se sì, come?) che, distruggendo un muro, le differenze e le diffidenze tra le persone scompaiano? Oppure il muro è solo la rappresentazione fisica di una cosa che le persone provano?
Quanto è fondamentale l’unione, la cooperazione e la relazione degli individui per abbattere “una barriera”?

Mi ha colpito vedere le immagini della caduta del muro, la gioia che in un momento ha unito vecchi, giovani e bambini a est ed ovest; ma ancor più entrare nel Memoriale del Muro: poter visitare la ricostruzione ha dato un valore aggiunto alle fotografie, una forte empatia entra in gioco nel momento in cui da una minuscola fessura di un muro vedi, a distanza di pochi metri, una torre di controllo e un altro muro, e ti senti in trappola.
Abbiamo avuto la fortuna di incontrare tre berlinesi che hanno avuto la voglia e la disponibilità di invitarci a casa loro e raccontarci un po’ della loro vita, e hanno risposto con piacere alle nostre curiosità. Questo per me è stato un momento toccante emotivamente, perché mi ha fatto sentire accolta in un Paese straniero e mi ha fatto sentire a casa, nonostante i km di distanza. La gentilezza di queste persone mi ha dimostrato come “l’unità nella diversità” sia fondamentale.
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