Dare un numero a questa generazione: la seconda. Così classificati, eravamo partiti male per forza. Tahar Ben Jelloun
Il loro nome, i “secondi”, ci fa capire quanto sia difficile definire chi sono: non proprio immigrati, ma nemmeno del tutto italiani. Infatti, anche se la definizione ufficiale sembra semplice – sono giovani, nati in Italia o arrivati qui da piccoli, che hanno almeno un genitore immigrato – questi ragazzi vivono la sfida nella sfida di dover attraversare insieme più compiti, cioè l’adolescenza e l’integrazione culturale.
In questa lettura, cerchiamo di calarci nel loro mondo, per aiutare genitori e adulti a vedere un po’ più chiaro in questa complessità.
Come si può definire la propria identità e integrarsi allo stesso tempo?
L’adolescenza è quella fase in cui si costruisce la propria identità (ne abbiamo discusso nell’articolo L’adolescenza ai giorni nostri: sfide e compiti evolutivi). Questo compito è ancora più complesso per i ragazzi che devono definire se stessi mentre vivono in una terra di mezzo tra due culture: quella dei genitori e quella del Paese in cui sono cresciuti. Insomma, alle sfide dell’adolescenza si uniscono quelle dell’integrazione culturale: la cultura infatti è parte fondamentale della nostra identità.
Quando, però, le culture sono due, tutto è più complesso: gli adolescenti di seconda generazione, mentre cercano di capire chi sono, si trovano continuamente davanti alle differenze tra valori e abitudini della loro famiglia e dei loro amici italiani, e queste differenze creano non poche difficoltà. A causa di questa complessità, i ragazzi potrebbero identificarsi solamente con una cultura, rifiutando l’altra, oppure non riuscire a rispecchiarsi né con l’una, né con l’altra, restando senza riferimenti.
Da qui spesso derivano fratture con la famiglia, la sensazione di aver tradito le proprie origini, il senso di essere estranei nel Paese di accoglienza, che non permettono di costruire serenamente la propria identità. Infatti, trovare il giusto equilibrio tra le culture – detto “doppia etnicità” – è ritenuta la via migliore per star bene. È quello che viene spiegato nel libro Porto il velo, adoro i Queen (Abdel Qader, Sonzogno editore, 2008), in cui portare il velo ed ascoltare la famosa band inglese, comportamenti apparentemente così distanti, in realtà coesistono in un’unica persona, che è riuscita a costruirsi un’identità in cui vari aspetti delle due culture stanno insieme, senza confliggere.
Siamo sicuri che esista l’adolescenza?
In effetti, la cultura c’entra anche con l’idea di adolescenza, che non è un fenomeno naturale, ma sociale e per alcune culture non esiste proprio una fase di passaggio da bambino ad adulto: ad una certa età si diventa adulti e basta.
Questo ha effetti anche sugli adolescenti di seconda generazione: si comportano come tutti gli adolescenti della loro età, litigando coi genitori e mettendo in discussione le loro regole, ma se questo è perfettamente normale per un genitore italiano, può essere incomprensibile per genitori di altre culture! Quindi, ai già difficili conflitti adolescenziali, si sommano anche quelli culturali.
Come facilitare la strada degli adolescenti di seconda generazione?
Di fronte alle sfide che vivono questi ragazzi, non è possibile dare risposte semplici. Per sostenere le famiglie e gli adolescenti di seconda generazione, fare rete fra istituzioni – scuola, servizi sociali, comunità straniere – può essere una risposta. Insieme, si possono aiutare i genitori a comprendere la nuova cultura italiana, ed anche i figli a trovare quel difficile equilibrio tra le due culture.
Chiedere aiuto ed entrare in una rete di supporto può quindi essere un primo fondamentale passo per questi ragazzi, per i loro genitori e per tutti gli adulti che lavorano con loro.
Per approfondire
- Abdel Qader, Porto il velo, adoro i Queen. Nuove italiane crescono, Sonzogno (2008)
- Beneduce, Frontiere dell’identità e della memoria, Franco Angeli (1998)
- Mazzetti, Il dialogo transculturale, Carocci editore (2003)
- Allievi, Guolo, Rhazzali (a cura di), I musulmani nelle società europee, Guerini e associati (2017)
- Film Almanya – La mia famiglia va in Germania (2011)
- Numero Mongrafico 1 – Letteratura migrante (unipd.it)
- Quale identità culturale per la seconda generazione (cestim.it)
- Identità-e-percorsi.pdf (istat.it)
- Rete G2 – Seconde Generazioni
- Centro Interculturale della Città di Torino (interculturatorino.it)
Articolo a cura di Angela Tapparo, dott.ssa in Psicologia degli interventi clinici nei contesti sociali e tirocinante della Cooperativa Il Calabrone.
I contenuti sono tratti dall’intervento tenuto dalla psicologa-psicoterapeuta Camilla Benini nell’ambito del corso di formazione Tra compiti evolutivi, culture e tecnologie, realizzato dal progetto Batti il cinque! e volto agli Assistenti Sociali del Comune di Brescia.