Come contrastare questa deriva?
Se questo fosse un trattato di sociologia o di progettazione educativa dovremmo scrivere di tecniche dell’animazione di comunità, di educazione nei contesti informali, di coniugare vicinanza relazionale e confronto con gli altri soggetti del territorio.
Ma è più semplice raccontare “Per noi”, l’esperienza del quartiere Lamarmora avviata negli scorsi mesi in collaborazione con il consiglio di quartiere e con i Servizi sociali di Zona Sud, che sta producendo risultati concreti e interessanti.
Parliamo di un’azione sperimentale del progetto di politiche giovanili “Bresciagiovani 2018-2021”, realizzato da Calabrone e Tempo Libero, che intende qualificare questa sperimentazione e attivare interventi educativi di quartiere: il suo obiettivo è promuovere l’inclusione, la percezione di maggiore sicurezza, e aumentare il senso di comunità.
I cittadini si incontrano, si confrontano, programmano a partire dagli spazi pubblici e comuni quali i parchi e le zone verdi.
Promuovono un possibile dialogo all’interno del quartiere, fatto anche di iniziative comuni: feste, incontri, momenti conviviali.
Si cerca il confronto con gli altri soggetti del territorio (associazioni, negozianti, cittadini anziani); la Polizia Municipale partecipa attivamente.
I risultati sono positivi per i giovani coinvolti ed in generale per la comunità locale.
La presenza del Calabrone nel quartiere non è una novità: da tempo era emersa la necessità di supporto nella gestione della relazione con gruppi di adolescenti e giovani presenti nei contesti informali. Oggi però si è promossa una diversa attenzione alle istanze dei vari gruppi di abitanti, anche grazie ad una nuova articolazione territoriale dei servizi sociali e alla reintroduzione dei Consigli di Quartiere a Brescia.
Questo tipo di coinvolgimento richiama l’Educativa di Strada, una delle forme di intervento che in passato ha caratterizzato la cooperativa il Calabrone: basandosi sulla centralità della relazione, prevedeva la presenza degli operatori “dove le cose accadono”. Negli ultimi anni l’attività si è modificata, in conseguenza dei cambiamenti di diversi fattori sociali ed economici: oggi il modello di riferimento sono le “Social Street” , esperienza nata nel 2013 dal gruppo facebook “Residenti in Via Fondazza – Bologna” e oggi attiva in varie città italiane. Questi gruppi, constatando l’impoverimento generale dei rapporti sociali, cercano di ovviare riunendo i residenti “per conoscersi, socializzare, creare eventi, avere un punto di riferimento dove condividere idee, necessità, progetti, iniziative.”
In casi come questo, l’uso dei social network si è rivelato un alleato per ricreare un senso di comunità concreta e condivisa.