La questione dell’accoglienza abitativa, se non risolta, rappresenta un vero ostacolo allo sviluppo complessivo e alla promozione della persona, sia come essere autonomo sia come “cittadino”. Oltre ad offrire la sicurezza di un posto in cui vivere, la casa costituisce lo spazio da cui hanno origine le prime forme di relazione e di radicamento nel territorio ed è per chiunque un fattore di riconoscimento sociale e di costruzione di identità, sia dal punto di vista psicologico che dal punto di vista dell’attribuzione di diritti e prerogative sociali.[/vc_promo_box]
Nella Casa Accoglienza si offre uno spazio abitativo temporaneo che coniuga senso di libertà personale (monolocale) e servizi comuni (cucina, sala, lettura, lavanderia…); uno spazio disponibile per un periodo in cui la persona viene accompagnata da un educatore per ritrovare una autonomia, economica e sociale, che aiuterà poi a trovare uno spazio abitativo diverso .
Sperimentare nuove unità di offerta con caratteristiche di sobrietà ed economicità, caratterizzate da spazi comuni che favoriscono la comunicazione e l’uscita dall’isolamento in cui spesso la persona in difficoltà si trova, pur mantenendo anche la dimensione di spazi individuali;- Sperimentare forme di condivisione abitativa in cui coesistono spazi privati e spazi comuni, una sorta di “co-housing” i cui benefici economici e relazionali vanno di pari passo con le varie forme di messa in comune del vivere la casa e la quotidianità mantenendo l’individualità e il rispetto dei propri tempi di vita.
Mantenere un concetto di “temporaneità” che permetta una evoluzione.[/vc_column_text][/vc_tta_section][vc_tta_section title=”DESTINATARI” tab_id=”ef45a563-66b8-4″][vc_column_text]Giovani tra i 18 e i 30 anni (provenienti da comunità per minori, oppure con situazione economico–sociale a rischio);
Padri o madri soli/e (ad es. per separazione) o persone sole che vivono un momento di transitorietà (ad es. per situazioni di violenza);
Persone che hanno concluso percorsi terapeutici riabilitativi o di accompagnamento al reinserimento ( ad es. alcoolisti, tossicodipendenti, ex carcerati che hanno avuto l’alternativa al carcere, situazioni di fragilità segnalati dall’area psichiatrica, donne che escono da percorsi di protezione o di accompagnamento residenziale in strutture ad hoc….).
A queste persone il progetto offre una soluzione abitativa di transito, un supporto relazionale e opportunità di partecipazione alla vita sociale in un’ottica di promozione alla “cittadinanza attiva”. Gli interventi saranno curati da un Educatore Professionale.[/vc_column_text][/vc_tta_section][vc_tta_section title=”MODALITA’ DI REALIZZAZIONE” tab_id=”ba207843-b900-6″][vc_column_text]Curato da un Educatore Professionale, l’accompagnamento educativo si sostanzia in varie fasi: inserimento, accoglienza e accompagnamento, supporto in situazioni di “straordinarietà”, (eventi imprevisti o riguardanti la salute), coinvolgimento e gestione negli spazi della convivenza, in un’ottica di condivisione e collaborazione responsabile, mediazione e gestione dei possibili conflitti, assistenza e sostegno agli inquilini, anche attraverso la predisposizione e la gestione di strumenti di tutela socio-economica e di incentivo al risparmio (es. accompagnamento al microcredito già esistente a Brescia, sostegno e aiuto ad un bilancio famigliare o alla gestione del proprio avere), coinvolgimento degli inquilini in attività promosse dalle realtà presenti e interazioni con la comunità circostante.
Le persone che verranno inserite dovranno avere quale presupposto fondamentale la possibilità, se supportate, di fare un percorso di tipo evolutivo.
Con loro viene steso un patto/contratto, sulla base del quale si verifica il raggiungimento di obiettivi specifici e personali.[/vc_column_text][/vc_tta_section][/vc_tta_accordion]