L’orto ed il tempo dell’attesa
Ad inizio inverno erano giunte alla sede del Calabrone alcune foto dell’orto della Comunità Terapeutica di Collebeato. Prima dell’imbrunire sono andata a vedere con i miei occhi a che punto sta la coltivazione. Ad accogliermi c’è Pier, che mi conduce per la stretta via che porta all’appezzamento di terra dedicata dell’ergoterapia. Di coltivato per ora c’è poco: a riposo ci sono alcune zolle, altre invece hanno già i primi germogli di piante di piselli e ce ne sono un paio con molti ciuffi di gambi d’aglio e cipolle.
È un percorso lento, fatto di lavoro, attese e poi il raccogliere.
È una piccola tappa di vita, dedicata alla consapevolezza del sé e dell’altro.
Lavorare la terra...

R.
uno scritto del precedente responsabile dell’orto
Oggi nell’orto poche cose ma tante idee: Jo pianterà carote, insalata e rapanelli. Vorrebbe piantarci il frutto del mango, ma sa bene che il clima non lo permette, ma mi aspetta per la spunta delle fragole, quelle sì, ci saranno. Si tratta solo di aspettare, la primavera è vicina.
Questa piccola grande opera ci racconta del progetto che l’accompagna: del tempo dedicato alla semina, al costante lavoro di cura, all’attesa ed infine alla raccolta dei frutti. Il momentaneo artefice di questo piccolo miracolo invernale è Jo (nome di fantasia). È il responsabile che da qualche mese vi si dedica con passione, coordinandosi con un altro ospite. Jo è giovane, ha appena preso in “eredità” queste piccole colle che ama e può personalizzare. Di questo lavoro gli piace l’idea di poter prendersi cura dell’ambiente, di imparare a relazionarsi in modo sano con gli altri e di affrontare le sue personali difficoltà. Jo ricorda con un sorriso lieve la campagna dove con il nonno passeggiava da bambino, e mi dice che lo fa sentire bene.
potrebbe interessarti anche...

I Campianelli festeggeranno i 50 anni!
11 Febbraio 2021La cooperativa Il Calabrone ha vinto il bando del Comune di Collebeato per l’assegnazione per 30 anni della struttura Campianelli, la cascina in mezzo al verde del Parco delle Colline, dove dal 2002 ha sede la nostra comunità terapeutica per persone dipendenti da sostanze stupefacenti. Leggi anche

Lavorare in una comunità terapeutica, la storia di Gaia
16 Novembre 2020Ho conosciuto le comunità del Calabrone durante un tirocinio in università e quell'esperienza mi ha cambiato radicalmente. Oggi lavoro presso la Comunità del Reinserimento e, anche se si tratta di un lavoro molto impegnativo, sono davvero contenta di aver preso questa decisione.Leggi anche

Strada facendo, un nuovo furgone grazie a Unicredit
30 Luglio 2020Il vecchio furgone della comunità terapeutica, dopo anni di onorato servizio, è andato in pensione. Tante sono le storie e le avventure che porta con sé, ma era ormai giunto a fine corsa. Fortunatamente, le attività della comunità non si sono mai fermate grazie all’intervento tempestivo di UniCredit, che ne ha generosamente donato uno nuovo.Leggi anche

La comunità che si reinventa
3 Aprile 2020È essenziale mantenere una relazione di fiducia e supporto per chi non ha una casa dove stare, è fondamentale per loro avere qualcuno a cui affidare anche le proprie preoccupazioni e paure.Leggi anche