“Se vogliamo ridurre i reati e gli atti devianti commessi dai minorenni è necessario che l’intera comunità si attivi con azioni preventive e precoci”
Questo è il pensiero che ha guidato tutti i soggetti coinvolti nel progetto “Tra Zenit e Nadir: rotte educative in mare aperto”, finanziato dall’impresa sociale Con I Bambini, frutto della collaborazione tra Fondazione Don Calabria e il CNCA in Lombardia, Veneto e nella provincia autonoma di Trento. Un progetto che ha permesso di sperimentare nuovi modelli di giustizia riparativa, prevenire la criminalità minorile e innovare la presa in carico di minori autori di reato, responsabilizzandoli e attivando le comunità locali.
Iniziato nel 2021, si è concluso il 17 aprile di quest’anno a Verona con il convegno dal titolo “Solo nel buio si rivelano le stelle. Il paradigma della giustizia riparativa nell’esperienza del progetto Tra Zenit e Nadir: rotte educative in mare aperto”.
Al convegno ha partecipato anche la cooperativa Il Calabrone, tra i partner del progetto. Presenti Massimo Ruggeri, come moderatore della tavola rotonda “Le prospettive future”, e Michele Tomasoni, Responsabile dei progetti sul Penale Minorile, per raccontare tra le diverse esperienze territoriali anche quella di Brescia: “Io, la mia città e l’arte”. Un’iniziativa in collaborazione con Fondazione Brescia Musei, Fondazione Pavoniana e l’Ufficio di servizio sociale per i minorenni (USSM) di Brescia, che ha portato i ragazzi del penale minorile a riscoprire e conoscere la loro città attraverso la bellezza e la cura, visitando musei e siti storico-culturali e artistici.
I risultati e i dati del progetto, alcuni approfondimenti teorico-metodologici e diverse storie di ragazzi coinvolti sono raccolti e pubblicati nel libro “Solo nel buio si rivelano le stelle. L’esperienza del progetto “Tra Zenit e Nadir: rotte educative in mare aperto”, scritto grazie anche al contributo di Michele Tomasoni.
Dai racconti di tre diverse esperienze locali, tra cui quella bresciana, sono stati realizzati dei video e un podcast di tre puntate, pubblicati sui canali YouTube e Spotify del progetto.
I prodotti sono stati realizzati da Genera, società consortile, e sono a cura di Massimiliano Colletti.
Racconti dai territori Guarda i video
I risultati del progetto
I beneficiari sono 536 ragazzi provenienti dal circuito penale (oltre il 98%) o segnalati dai servizi sociali comunali (meno del 2%), minorenni o che hanno commesso un reato quando erano in minore età.
Il quadro del contesto in cui vivono e delle loro storie personali mette in evidenza numerose fragilità e fatiche.
L’80% di essi è nato in Italia, mentre il restante 20% proviene da altri Paesi. Tuttavia, solo il 70% di loro ha la cittadinanza italiana. L’87% di questi ragazzi è stato bocciato almeno una volta e la metà almeno due volte. Più del 50% di loro non studia, mentre circa il 20% frequenta un percorso di formazione professionale.
Il 43% presenta disturbi psichici, disturbi evolutivi specifici e/o bisogni educativi speciali e/o svantaggi culturali, sociali, linguistici e il 29% dipendenze patologiche, quasi sempre da sostanze.
Più della metà (58%) al momento dell’ingresso nel progetto non era in carico ad alcun servizio specifico. Circa tre quarti di loro erano sottoposti a una misura penale al momento della presa in carico (per il 75% la messa alla prova).
In risposta a questi bisogni, il progetto ha attivato diverse tipologie di attività: potenziamento delle competenze di base, professionali e delle life skills (attraverso attività sportive, attività artistico ricreative e culturali), coinvolgimento in attività di volontariato o di impegno sociale, supporto psicologico e sociale, orientamento scolastico e professionale, rafforzamento dei legami familiari e sociali, interventi di giustizia riparativa.
120 i laboratori attivati: 77 per i minorenni, 17 per i genitori, 26 per docenti e operatori. 4.096 ragazzi (73% italiani e 27% stranieri) hanno partecipato a iniziative di prevenzione nelle scuole, 557 genitori (85% italiani e 15% stranieri) hanno usufruito delle attività del progetto e 1.055 tra insegnanti e operatori sono stati coinvolti in attività e laboratori.
Tra Zenit e Nadir: rotte educative in mare aperto - Podcast