Brescia, insieme a Bergamo, è Capitale della Cultura italiana 2023. La nostra città sta vivendo l’occasione inedita di mettere al centro dell’attenzione la produzione culturale ed investire in un settore cruciale per lo sviluppo di comunità.
Come realtà da sempre attenta al territorio e ai suoi abitanti, in particolare ai suoi cittadini più giovani e agli esclusi, ci siamo interrogati su questa particolare congiunzione e su come, attraverso la cultura, si possa edificare una città più accogliente.
Sì, perché a questo ci crediamo davvero: la cultura è un catalizzatore di crescita individuale e collettiva.
E non ci riferiamo soltanto alla cultura cosiddetta “alta” ma a tutte le espressioni culturali, anche quelle più spontanee. La cultura, infatti, consente a tutti di ampliare il proprio linguaggio e di avere a disposizione più parole per potersi raccontare, più parole con le quali potersi confrontare.
Anche per questo crediamo che quello di Brescia Capitale sia un anno importante, che dovrebbe avvicinarci tutti: in particolare quelli che, per immaginario o per circostanze, vivono ai margini delle dinamiche culturali. Pensiamo agli ospiti delle nostre Comunità ma anche a tutte quelle persone che vivono una situazione di cura o riabilitazione, come gli ospiti delle RSA, i minori che stanno affrontando un percorso ri-educativo seguiti dai servizi sociali o le persone rinchiuse nelle carceri. Con il Settore Cultura del Comune di Brescia e con la Fondazione Teatro Grande, anche quest’anno promuoveremo la loro partecipazione alle rassegne culturali, garantendo spazi e accessi gratuiti alle iniziative cittadine tramite il progetto Grande Comunità. E lo faremo in modo ancora più convinto in occasione degli eventi emblematici che ci aspettano. Perché il respiro sovra-locale che li caratterizza può favorire ancora di più il “sentirsi parte” di una comunità, quel sentimento che rende migliore la società in cui viviamo.
Ce lo dimostrano i giovani che incontriamo: la loro partecipazione attiva è fondamentale per costruire ponti relazionali tra generazioni e culture – lo è stata in occasione della mobilitazione volontaria alla campagna vaccinale degli scorsi anni e lo è oggi nel supportare gli eventi promossi da “Brescia e Bergamo Capitale della Cultura” attraverso l’associazione Volontari per Brescia. Il nostro augurio è che sempre di più anche le culture giovanili – da quelle musicali e visive a quella ambientale – possano trovare modo di dialogare con quelle istituzionali e che la distanza che a volte le contraddistingue possa scoprirsi un’illusione. È anche con quest’obiettivo che lavoriamo tutti i giorni nei servizi, come gli Informagiovani, gli spazi giovani e i laboratori creativi. Abbiamo visto crescere e accompagnato tanti giovani che oggi, ad anni di distanza, sono veri e propri partner culturali della città, come l’associazione True Quality che promuove progetti di rigenerazione urbana nei quartieri attraverso i murales e organizza tour in bicicletta per ammirarli. Perché, non dimentichiamolo, la cultura è anche lavoro e competenze, un habitat professionale con un presente e un futuro che, per prerogativa, sarà scritto a più mani.
Quanto i luoghi della cultura saranno davvero accessibili e come potranno essere vissuti in modo intergenerazionale e comunitario resta una questione aperta, non risolvibile nell’ambito di una vetrina capitale per forza di cose temporanea. E per questo una sfida ancora più importante.
Ci piacerebbe che questa occasione contribuisse a valorizzare e fare emergere l’enorme capitale di proposte e i bisogni culturali di una città che può essere, e può farsi, comunità.