Conoscere le sostanze per ridurre i rischi

Come funziona il drug checking

Le strumentazioni per l’analisi delle sostanze possono essere molto diverse tra loro. Tra quelle che abbiamo conosciuto, ci sono:

• Test colorimetrici: attraverso l’uso di reagenti chimici e una piccola quantità della sostanza, permettono di identificare il principio attivo principale. Tuttavia, non rilevano eventuali altre sostanze presenti nella miscela.
• Spettrometro IFTR: è uno strumento più sofisticato, che utilizza la spettroscopia infrarossa per rilevare la presenza di diversi principi attivi. È rapido ed efficace, ma richiede la presenza di un professionista con competenze specifiche in ambito chimico e le sostanza che viene utilizzata per l’analisi poi viene ridata.

In entrambi i casi, le analisi vengono fatte in modo gratuito e anonimo, in spazi protetti, come può essere un gazebo chiuso, per garantire riservatezza e creare un contesto di ascolto sicuro. Non viene registrato alcun dato personale, ma si tiene traccia – separatamente – sia della sostanza analizzata che del colloquio, per motivi statistici e di monitoraggio.

La relazione come strumento di prevenzione

Uno degli aspetti più interessanti è che il drug checking non è solo un servizio tecnico, ma un’occasione preziosa di relazione. Durante le analisi, le persone spesso si aprono e raccontano le proprie esperienze, i dubbi, le paure, e la propria storia di consumo.

Come nel caso di due ragazze che, dopo una brutta esperienza con del mefedrone (un sedativo n.d.r) tagliato male, hanno deciso di far analizzare del MDMA prima di assumerlo. O di un ragazzo che, accompagnato da un amico, ha colto l’occasione dell’incontro per raccontare tutta la sua storia familiare, dai problemi psichiatrici della madre alla dipendenza dello zio.

Ad ogni incontro vengono fatte alcune domande iniziali sulla conoscenza e le aspettative rispetto alla sostanza e, dopo l’esito dell’analisi, si propone sempre una riflessione: “Adesso che sai il contenuto, credi prenderai questa sostanza?”.

Secondo i dati di Neutravel, quando la sostanza analizzata risulta diversa da quella attesa, nel 60% dei casi la persona sceglie di non assumerla. Questo rende il drug checking un efficace strumento di prevenzione, consapevolezza e riduzione del danno.