HG – Hub Giovani – non è un laboratorio qualsiasi: in questo spazio ragazzi e ragazze adolescenti decidono cosa fare, come esprimersi e come raccontarsi, nella forma e nei modi che più si addicono al loro stile; l’unica parola d’ordine è la creatività!
Gli adolescenti che arrivano ad HG hanno spesso un trascorso difficile, vengono inviati dai servizi sociali territoriali, dal penale minorile o dal centro specialistico La Fenice, un servizio di consulenza psicologica e terapeutica gestito dalla cooperativa. Proprio perché si trovano in un periodo della loro vita complicato, ad HG trovano un luogo aperto e accogliente, non giudicante, dove sono liberi di scegliere che attività intraprendere per un mese, due pomeriggi a settimana.
Non c’è nulla di standardizzato, ogni progetto è a sé ed è personale, cucito sulla misura dei loro desideri, delle loro esigenze, dei propri obiettivi. Scelgono loro cosa raccontare di sé, quanto dire, quali pezzi di vita condividere.
A volte lavorano il legno, altre scrivono canzoni o montano video, creano un cartellone con delle fotografie, dipingono o lavorano l’argilla.
Sebastian, ad esempio, ha creato un video in cui racconta la sua passione per un cantante rap, com’è nata e cosa significa per lui la sua musica. Nicole, invece, ha riconosciuto di aver deluso i propri genitori e ha deciso di sfruttare questa occasione per realizzare qualcosa per loro, un regalo per scusarsi e dimostrargli che vuole riparare: ha creato un portachiavi a forma di casetta per la mamma e una cornice in legno per le foto da regalare al papà. Anche Davide sa di aver deluso la sua famiglia e pertanto ha deciso di fermarsi a riflettere, scrivergli una lettera di scuse per fargli capire che si è accorto di aver fatto degli errori, che gli dispiace, che è pronto a cambiare. Simone ha scelto di fare un quadro da regalare alla sua ragazza, per dimostrarle quanto è importante per lui e per ringraziarla per avergli cambiato la vita. Monica ha fatto dei braccialetti con dei ciondoli a forma di puzzle da regalare alle sue vecchie amiche per riallacciare dei rapporti incrinati, mentre Michal ha colorato una maglietta per il suo migliore amico, per ringraziarlo di essere rimasto sempre al suo fianco.
Il gruppo è piccolo, ma sempre in continuo cambiamento ed evoluzione. Ragazze e ragazzi trovano sia relazioni continuative sia brevi incontri, tanto scambio e tanti stimoli differenti.
A volte si scoprono capaci di fare cose che non avevano immaginato di saper fare, si stupiscono per essere riusciti a portare a termine dei progetti nuovi e delle imprese che non avevano mai iniziato. Gli educatori li aiutano a crescere anche su tante altre piccole cose. Come con Eddi, che arrivava sempre in ritardo, e adesso ha imparato a organizzare meglio il suo tempo e a rispettare gli impegni presi con più serietà, osservandosi, riflettendo e cercando di migliorare le proprie abitudini mettendosi in gioco.
Grazie anche allo sguardo esterno e accogliente degli educatori, i ragazzi imparano a conoscersi e a valutare i propri progressi, scoprire quel che gli piace, quello che sanno fare, riconoscere le competenze acquisite e sperimentarsi in cose nuove. Una valutazione che gli serve per capire anche come gli altri li vedono, senza il giudizio per gli errori che hanno fatto in passato o il peso delle fatiche che si portano dentro. In questo contesto sono liberi di mostrarsi per chi sono veramente e di far uscire a una parte di sé che avevano nascosto, messo a tacere, far parlare i sentimenti e le emozioni.