Esiste uno spazio intermedio tra la casa di riposo e l’abitazione di sempre. Uno spazio che permette alle persone anziane di mantenere la propria autonomia, le proprie abitudini, la propria dignità, senza rinunciare alla sicurezza e all’assistenza quando serve. Sono i servizi residenziali intermedi, una risposta necessaria e sempre più richiesta in un territorio come quello bresciano, dove l’invecchiamento della popolazione pone nuove sfide. Casa Myosotis, attiva dal 1990, si inserisce in questa offerta con un approccio che mette al centro la dimensione domestica e relazionale.
Libertà, ritmi personali e vita sociale
Uno degli aspetti più significativi di Casa Myosotis è il rispetto dei ritmi personali. Ogni ospite può alzarsi quando desidera (entro le 9.30), coricarsi all’ora che preferisce, uscire da solo o accompagnato dopo aver comunicato la propria intenzione. Le visite di parenti e amici sono sempre aperte, in qualsiasi momento della giornata, evitando solo l’orario dei pasti e la sera tardi. Nessun rigido orario di visita, nessuna limitazione che non sia dettata dal buon senso e dal rispetto della convivenza.
La vita sociale è curata attraverso momenti comuni ma mai imposti. L’animazione coinvolge volontari, parenti e amici, creando una rete di relazioni che va oltre il semplice rapporto ospite-operatore.
L’assistenza che non sanitarizza
Casa Myosotis dedica grande attenzione agli aspetti sanitari, ma senza sanitarizzare la struttura. Viene tenuta una cartella assistenziale per ogni ospite, con il diario sanitario e tutto quanto necessario all’assistenza. C’è un coordinamento costante con i medici di base, la gestione della terapia farmacologica, l’accompagnamento ai controlli sanitari quando mancano i supporti familiari. Ma tutto questo avviene in modo discreto, integrato nella vita quotidiana, senza trasformare la casa in un ambulatorio.
L’approccio è quello della personalizzazione: viene stilato un piano di assistenza individuale per i bisogni di base di ciascuno, che viene poi aggiornato e adattato nel tempo. Nessuna standardizzazione, nessuna routine uguale per tutti. Ognuno ha la propria storia, le proprie necessità, il proprio modo di affrontare questa fase della vita.
Un nome che è un programma
Il nome Myosotis – il “non ti scordar di me” – non è casuale. Nasce dalla storia della cooperativa, fondata originariamente nel 1990 per accogliere giovani malati di AIDS quando nessuno voleva farlo. Quando l’emergenza AIDS è rientrata e la struttura si è trasformata in casa per anziani, il nome è rimasto. Perché anche degli anziani non ci si deve dimenticare. Anche loro meritano attenzione, cura, rispetto. Anche per loro rimane importante costruire servizi che non siano semplicemente assistenziali, ma che restituiscano qualità alla vita.






