Salute mentale degli adolescenti: spazi gratuiti di ascolto, consulenza e cura per adolescenti, pre-adolescenti e le loro famiglie. Un anno per sperimentare procedure, saperi, prassi operative innovative condivise con le scuole e gli insegnanti. I risultati e le riflessioni nel convegno Voice del 23 gennaio.
Il seminario
Il 23 gennaio si è tenuto presso la sede di IAL Lombardia di Brescia il seminario “Ripartiamo dagli adolescenti” organizzato dal progetto Voice. Il seminario, rivolto ad operatori pubblici e privati, educatori, genitori, studenti e cittadini interessati alla salute mentale di adolescenti e giovani ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di persone.
Questo incontro è stato pensato come momento di chiusura del progetto Voice, un percorso nato nel 2023, realizzato dalle Cooperative il Calabrone, Fraternità Giovani e La Rondine, con il contributo di Fondazione Cariplo. Voice è stato pensato per essere una risposta concreta al malessere silenzioso dei ragazzi. Il progetto ha proposto la sperimentazione di spazi gratuiti di ascolto consulenza e cura per adolescenti, pre-adolescenti e le loro famiglie all’interno del contesto di Brescia e provincia.
In Italia il benessere psicologico dei/delle giovani inizia ad essere un tema sempre più discusso. La pandemia del 2020 ha gettato luce su fenomeni con radici più profonde: il rapporto BES del 2023 rileva che il 58,2% dei ragazzi di fascia d’età tra i 14 e 19 anni si dichiara “insoddisfatto della propria vita”. Secondo i dati, si osserva una diminuzione della soddisfazione percepita nelle relazioni con gli amici nel 2022; nello stesso anno, è aumentato il consumo di alcol tra i ragazzi tra i 14-17 anni (sono il 23,6%). Un’altra indagine a cura del Consiglio Nazionale dei Giovani afferma che il 75% degli intervistati ha sentito il bisogno di un supporto psicologico negli ultimi cinque anni, ma solo il 27,9% ha ricevuto l’aiuto necessario.
Ma, come ha affermato la Professoressa Elisa Fazzi, presidente della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, in apertura del seminario: “Vi è uno stigma su alcune tematiche della salute mentale degli adolescenti e dei bambini che è ancora adesso difficile da combattere, sicuramente dare voce al disagio emergente degli adolescenti all’interno di un contesto di collaborazione tra istituzioni, terzo settore e privati è una delle urgenze del nostro presente.”
Fin dalla scrittura del progetto tra le finalità principali di Voice vi era lo sviluppo di uno sguardo al futuro, con la costruzione di procedure, saperi, prassi operative innovative condivise con le scuole e gli insegnanti, da attivare per la gestione di situazioni di crisi e come elemento di prevenzione e contenimento di ulteriori crisi/fragilità. Durante il suo intervento la Dottoressa Valeria Negrini, presidente di Federsolidarietà ha voluto sottolineare l’approccio comunitario su cui si è basata la sperimentazione: “Credo che sia importante restituire e rappresentare come il mondo della cooperazione sociale oggi sia capace non solo di gestire i servizi, ma di essere antenna molto attenta ai bisogni del territorio […] Voice si è preso cura non solo di adolescenti e giovani, ma anche delle loro famiglie. Buona parte delle difficoltà nascono all’interno di famiglie, non solo quelle già fragili e problematiche, ma nelle famiglie più preparate che di fronte alla sofferenza dei giovani si trovano disarmate.”
La Dottoressa Elisa Marrocu di Open Impact presentando la Valutazione di Impatto del progetto Voice ha estrapolato alcuni dati importanti sui ragazzi e le ragazze che hanno partecipato agli sportelli: “C’è una correlazione tra i ragazzi che iniziano il percorso e non lo completano e la distanza (del luogo in cui abitano NdR) da Brescia. C’è una componente femminile maggioritaria nei casi, l’età è quella critica dei 15-17 anni.”
Anche la Dottoressa Katarina Wahlberg, Programme Officer di Fondazione Cariplo, è tornata sul tema del territorio e della necessità di costruire prassi di prevenzione: “I luoghi dove sono più deboli i servizi territoriali sono quelli con i maggiori accessi al Pronto Soccorso. Questo evidenzia che bisogna lavorare prima, per tempo, in vicinanza, in un contesto non medicalizzato.”
Nello spirito di concretezza e lungimiranza che ha caratterizzato il percorso di Voice, l’incontro del 23 gennaio non voleva essere solo un bilancio sulla sperimentazione effettuata, ma un’occasione di formazione, di condivisione di esperienze e saperi e di confronto generativo in cui esplorare alcune piste da seguire attraverso diversi approcci per favorire il benessere emotivo, psichico e relazionale di giovani e adolescenti. “I saperi devono diventare patrimonio comune per sintonizzarci più possibile: è con l’ascolto, la multidisciplinarietà, con l’approccio sistemico che possiamo essere più immediati e incisivi a intercettare sintomi e bisogni” ha sottolineato Laura Rocco di Fraternità Giovani.
Ruggero Radici di Cooperativa La Rondine ha insistito sugli aspetti innovativi del progetto, non solo nel merito, ma anche nel metodo: “All’interno del progetto Voice abbiamo utilizzato la My Mind Star: uno strumento che è l’innovazione di questo progetto, che valorizza l’esperienza soggettiva della persona e sostiene e incoraggia il recupero del benessere nella persona.”
L’effetto dei nuovi approcci e metodi che Voice ha sperimentato è rilevabile nella Valutazione di Open Impact: “Abbiamo chiesto ai ragazzi: Quanto spesso nell’ultimo mese ti sei sentito felice? All’inizio la media delle risposte era molto bassa ed è andata a crescere nel tempo durante il percorso. […] Si sono abbassate le volte in cui i ragazzi si sono sentiti preoccupati, arrabbiati, tristi, mentre l’euforia è rimasta stabile.”
I workshop
Proprio il tema dei diversi approcci è stato al centro dei tre workshop che hanno caratterizzato la seconda parte dell’incontro. Si è parlato di “Approccio psicoemotivo e relazionale”, di “Approccio ecosistemico” e di “Approccio multidisciplinare”. Tutte queste angolazioni da cui guardiamo il benessere psicologico dei/delle giovani sono complementari ed integrati.
“Dobbiamo passare dalla logica dell’emergenza alla logica della continuità. La logica dell’emergenza ci fa lavorare sulla punta dell’iceberg, su quel che si vede. La conoscenza della persona nel tempo ci permette di scendere in profondità e far emergere ciò che è ancora nascosto. Ma questo è possibile solo sul lungo periodo.” hanno affermato durante la conclusione del seminario la dott.ssa Elena Viganò e la dott.ssa Elisa Petteni, rispettivamente neuropsichiatra infantile della cooperativa Fraternità Giovani e psicologa/psicoterapeuta della cooperativa Il Calabrone.
Infine Angelo Mattei della Cooperativa il Calabrone ha sottolineato come Voice è stato un progetto significativo non solo dal punto di vista della sperimentazione di nuove forme di intervento sul territorio, ma anche dal punto di vista della sostenibilità. Infatti l’indice SGROI, che misura l’impatto sociale che l’investimento economico nel progetto ha prodotto, emerso dalla relazione di Open Impact è pari ad 1,34, ciò significa che per ogni euro investito il progetto ha prodotto 34 centesimi in più oltre all’euro di partenza.
Fortunatamente sono in aumento i progetti attivi sul territorio che riguardano la salute mentale, ma è ancor più necessario che siano interventi sul lungo periodo e che lavorino in sinergia, mettendo a sistema i servizi offerti sul territorio. La continuità di una progettualità è fondamentale per poter lavorare sulla prevenzione e anche per prendere in carico le situazioni più complesse, che richiedono un supporto sul lungo periodo. Questa è la dimostrazione che quando un progetto raccoglie i bisogni del territorio non solo può essere sostenibile, ma può produrre anche valore.
Passione, sensibilità e vicinanza sono tre parole che hanno guidato questa giornata: passione per tutte le persone che sono intervenute, che hanno partecipato, che ognuno ha messo in questo progetto, mette e metterà nel proprio lavoro; sensibilità che ci permette di cogliere i segnali e tracciare le piste da seguire per intervenire; vicinanza umana che emerge dal confronto, il cardine di un progetto che si occupa di benessere e di persone. Vicinanza anche come riflesso di quanto i ragazzi e le famiglie si siano sentiti ascoltati, visti, compresi e accolti.
Ora non è tempo per pensare e ciò che non hai. Pensa a quello che puoi fare e costruire partendo da quello che c’è.
Parafrasando Hemingway…